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Stallman e l'anarchia nel Software Libero

Ho sempre sostenuto che il mondo del Free Software contiene almeno un po' di Anarchia. Non confondiamoci, non è che chiunque fa quel che gli pare, ma tutti sono liberi di scegliere. Altresì, per Anarchia, in questa tana, si intende: Nessun bisogno di sottostare a qualcuno, ma - di conseguenza - non aver bisogno di ribellarsi a nessuno.

Poco fa, Richard Stallman ha risposto a 25 domande dei lettori di Reddit, tra queste c'è una - la numero 17 - che attirò la mia attenzione.
Il ragazzo dbzer0 chiese, in sostanza, se nel software libero ci fosse una fondamenta anarchica.
Ecco cos'ha risposto Stallman:

RMS: Non ho dimestichezza con la Letteratura Anarchica, ma è chiaro come il Software Libero abbia degli aspetti Anarchici. Ha anche caratteristiche capitaliste e socialiste (non comuniste).
Io stesso ho una vena anarchica, nel senso che non mi piace ricevere ordini, e gioisco stando in una comunità che funziona bene senza nessuno che dia ordini. Tuttavia non sono un anarchico: Non voglio abolire lo stato, e neanche ridurlo. (forse perché ho una ghiandola prostatica ;-) Supporto i programmi di welfare che fa lo stato, e la regolamentazione degli affari. [...]
Il resto della risposta riguarda strettamente la politica, quello che ci interessa è qui.

Ora, perché nei progetti open si generano molte discussioni su tutto quanto? Ci ho pensato sopra ed ho capito che è per la stessa natura libera/anarchica. Molti di noi, che usiamo Gnu/linux perché condividiamo la filosofia del Software Libero che c'è dietro, siamo abituati a ragionare con la nostra testa e mettere tutto in discussione. È un bene, discutere è sempre un bene, mettere in crisi le cose, smuoverle quando sono troppo statiche può generare qualcosa di nuovo.

Di cosa possono discutere gli utenti di Windows o Mac? Di quando verrà rilasciato il service pack? Di come è bello il nuovo Ipad? Le loro discussioni si basano su cose che non dipendono da loro stessi, che alla casa madre non interessano perché hanno già pagato o pagheranno.

Linux invece non ha un CEO. Non esiste un Delegato Amministratore che una volta all'anno faccia un talk per tutti gli utenti facendogli vedere le meraviglie che ha partorito la sua testa. Chessò io, un'iPhone più grande che però si chiama Ipad, oppure un windows uguale a Vista ma che si chiami Seven. Cose del genere alcuni utenti Linux se le sognano alla sera, aspettano con ansia che un giorno arrivi il messia! Se per caso non l'abbiano individuato.

Ora, anche se in passato ho criticato Shuttleworth per la sua definizione di tribalismo – e continuo a pensare che sia sbagliata – una cosa va detta: non ha tutti i torti quando dice che sul mondo del Free Software esistono le tribù. Tuttavia, sta a noi decidere se questo sia benefico o dannoso.

Credo abbiate intuito la mia posizione. Purtroppo ci tocca leggere in giro che il male di linux è lo stesso utente, che discutere tra di noi non ci porterà da nessuna parte, e per un momento ci ricrediamo e diciamo: è vero. Ma poi lo penso meglio e concludo che le tribù di cui si parla siano un derivato dell'anarchia che c'è nel software libero, assieme alla filosofia che ha e che ti fa mettere tutto in discussione. Per forza che Mark non vuole che esistano queste discussioni, ne abbiamo già parlato sul perché le aziende non possono vedere l'anarchia. Ma a me, che sono un coniglio che torna su questo blog solo quando piove, cosa me ne frega di quel che vuole Mark? Ben poco.

Mi dispiace, ma purtroppo preferisco pensare a cose che, dai più, vengono ritenute futili, capire quando il vicino va via per rubargli le carote, scrivere quando voglio e indagare se tra la “d” e la “e” c'è KDE. Battuta che splende, oppure non rende. Che schifo. :)


L'immagine di tux anarchico è pressa da simo91 ringrazio.


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