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Il buonismo dell'Italia, o Pasolini aveva ragione

Torno a casa ora dall'università, è da due giorni che assisto a discussioni sulla sfiducia e sul da farsi in assemblee improvvisate e piene di pretese. Non importa se ce l'hanno messo in culo. Non importa se i nostri corsi, nel tempo, si sono ridotti e noi non siamo preparati come coloro che studiavano 6 anni fa. Non importa se ora potrebbero approvare la riforma Gelmini a breve. No, bisogna discutere se fare qualcosa di pacifico, se chiedere scusa per il disaggio provocato alla cittadinanza quando facciamo un corteo.

E allora, forse perché le mie sentenze tendono ad essere radicali, inizio a dirli che mi fotto del loro buonismo e della loro pretesa apolitica in una manifestazione che in realtà è schierata in partenza. Che una cosa è apolitico e un'altra è apartitico, e che è da incoerenti non voler vedere bandiere di un sindacato - un sindacato cazzo, non un partito - su una manifestazione, solo perché vogliono prendere le distanze. Quando in realtà, il camioncino, il megafono e tante altre cose gliele dà la CGIL.

Non sono italiano, insomma non sono nato in Italia, ma abito qui da un po', e mi interessa la politica in sé, per cui trovo che sia un bene interessarsi e partecipare un minimo nel posto in cui uno vive. Ma ieri proprio non ce la facevo a discutere con gente che non capisce, non capisce che a volte "quando il governo viola i diritti del popolo, l'insurrezione è per il popolo il più sacro dei diritti e il più indispensabile dei doveri". [ articolo 35 dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino].

E niente, dopo un po' mi allontano dall'assemblea perché devo studiare, perché se non fanno un cazzo e continuano a chiacchierare allora meglio che impieghi il mio tempo in cose più produttive. Intanto che assistiamo all'alba della terza Repubblica.

Aveva ragione Pasolini.

Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.

Alla mia Nazione, Pier Paolo Pasolini, 1959



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