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Cogito ergo #15ott ; #indignati dovete conoscere il vostro manifesto

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Sostengo e appoggio in pieno la manifestazione del 15 Ottobre, ma non mi piace che ci si vada per esprimere soltanto una semplice rottura di coglioni. Come ha sintetizzato Fabio Chiusi in un tweet «Rispetto per chi protesta in tutto il mondo. Ricordando però che i numeri non rendono un pessimo argomento un buon argomento» io non solo vi rispetto ma vi appoggio, e ciononostante non posso negare che Chiusi abbia ragione, così come ha ragione Giovanna Cosenza quando ti illustra le dieci cose da ricordare quando si scende in piazza.

Purtroppo non posso essere a Roma oggi, ma visto che sono a casa cercherò di spiegare perché sono d'accordo con il #15ott. Dovete sapere che mi trovo in una posizione combattuta, appoggio la manifestazione per un motivo - mi rendo conto - estremamente personale, e disapprovo chi manifesta per un motivo qualunquista.

Sarà che sono nato in Argentina ed ero in Buenos Aires quando è successo il casino dei bond, quando siamo usciti in strada con le pentole e il presidente assieme al ministro di economia sono fuggiti in elicottero, sarà che in quel periodo ho vissuto situazioni parecchio assurde come quando andavi in supermercato, arrivavi alla cassa e i prezzi erano cambiati, sarà per questo che io dell'attuale situazione ancora non mi sono tanto rotto le scatole, perché so che può finire molto, ma molto peggio.

In parte, sostengo il #15ott proprio perché non voglio che si arrivi alla situazione di allora, ma ci trovo qualcosa di più profondo che non tutti condividono, qui l'avversario diventa l'intero sistema capitalista, le banche (il sistema finanziario) sono solo un organo. Ora andiamoglielo a spiegare a quegli indignados che fanno cartelloni di protesta con la sagoma gigante di un iPhone e citano Steve Jobs. No, a questi è meglio farli vedere qualunque cosa che punti al loro fegato, perché tanto la loro testa è già stata modulata dalla logica occidentale. Ecco, se protesti senza uno scopo chiaro significa che non hai le idee chiare.

Per oggi passi, ben venga che si protesti, lo dico senza ironia. Fare numero in fondo conta. Ma la cruda verità resta. Italia non ha fame, e così il resto d'Europa. Non ancora, forse oggi il #15ott è un segno che inizia a sentirla. Questo non posso saperlo.

Ora, mi piacerebbe però che domani non finisse tutto nel dimenticatoio, che domani molti pensaste al perché avete protestato e in questo modo la lotta continui attiva.

Un anno fa scrissi una piccola tesi universitaria che analizzava in chiave moderna il libro "Il Tallone di Ferro" un'opera di Jack London scritta a inizi del 1900 e che ebbe un'influenza e una visione delle cose profetica, Vorrei condividere con te il passo conclusivo di quello che ho scritto.

Perché tu lo capisca cercherò di riassumere la trama. I fatti sono ambientati in un futuro governato da un ipotetico organo socialista mondiale, che descrive i giorni di metà XIX secolo con sguardo lontano, compare così il "Tallone", quello Stato macchinario di metà '900 in cui l'operaio si trovava schiacciato dal sistema e la società veniva divisa tra un "popolo dell'abisso" e una aristocrazia che per mantenere lo status quo utilizzava qualunque mezzo di repressione. Inutile dire che il Tallone era la metafora perfetta di quegli stati che sarebbero comparsi in futuro, sopratutto quelli fascisti. Ma esso era anche la metafora del sistema capitalista, in cui pochi si arricchiscono a spesse dell'altro. Detto ciò, *capitolo conclusivo:

Tallone odierno

Oggigiorno però, l'opera di London viene catalogata come un romanzo appartenente al genere distopico, precursore di 1984 e romanzi di fantascienza che si contrappongono alle utopie, poiché i fatti narrati da London, in effetti, sono catastrofici. E di fatti non tutto quel che scrisse, per fortuna, si avverò. Chiunque potrebbe ribattere che in realtà non c'è mai stato un popolo dell'abisso e che i regimi totalitari più simili al Tallone non sono durati fino ai nostri giorni. Tuttavia London non poteva prevedere uno dei tanti passaggi fondamentali, nella gestione economica di uno stato, avvenuto nel diciannovesimo secolo: Il "sistema delle ipoteche" e il controllo della popolazione tramite i debiti bancari.

Già Bertolt Brecht si domandò una volta: “Cos'è lo svaligiare una banca rispetto al fondarne una?

Se il popolo dell'abisso, così come viene descritto da London, non si avverò mai è stato grazie a cambiamenti significativi avvenuti nel capitalismo durante l'ultimo secolo. Così come molti ipotizzano che Marx si sbagliò, perché il capitalismo non è crollato e la lotta di classe è finita, molti possono sostenere che quel che scrisse London sia soltanto un racconto distopico. Ma è fondamentale avvertire che il capitalismo descritto da Marx è ben diverso da quello stabilitosi nella società odierna. Il ridimensionamento della classe proletaria è strettamente collegato con la concessione di beni che il capitalismo dà in cambio alle persone, così che queste possano permettersi lussi altrimenti irraggiungibili. In altre parole: quello che London chiamava i “proletari privilegiati” – controllati dal Tallone grazie ai privilegi concessi – si avvera oggigiorno, poiché sono sempre e soltanto una minoranza coloro che non hanno contratto debiti o mutui e che riescono a concedersi tutti i requisiti in una città. Quindi se in passato il proletario era schiavo della macchina, ora è schiavo delle banche, legato ai mutui contratti. Ed è in questo modo che le persone, la gran maggioranza, vive in un meccanismo assettato e molto più complesso di quello che descriveva Ernest Everhard.

Non sono soltanto i trust ma le banche, i governi e le multinazionali a rappresentare quell'oligarchia odierna così simile a quella descritta da London più di un secolo fa. Supportati da una morale gretta e vuota di ogni concetto di umanità – e da una religione che adora il Dio “Consumismo” – riescono a mantenere il sistema in ordine ed a plasmare una società burocratica, a livello mondiale, con molti punti in comune a quelle del passato. E se è vero che «la storia è un profeta con lo sguardo rivolto all'indietro» come sostiene Eduardo Galeano, sarà sempre legittimo interrogarsi e chiedersi con stupore se il Tallone sia soltanto un ipotesi fanta-politica oppure un passaggio futuro nella storia dell'uomo.

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* la tesina è stata consegnata il 21/06/10 e da quel che ne so appartiene all'Università di Bologna, sì proprio così, ma l'ho scritta io per ciò la cito quanto mi pare.


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