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Plata Quemada - #15ott

Cos'è svaligiare una banca rispetto al fondarne una?” 
- Bertolt Brecht

In giro ne sento di tutti i colori, c'è quello che esalta le sommosse successe in questi giorni ma poi dice che c'erano degli "infiltrati", c'è quello che condanna la violenza ma mesi fa applaudiva le rivolte in Egitto e chiedeva di farlo anche qui. Come se potessimo, tra l'altro, paragonare l'Italia all'Egitto. Poi ci sono gli indignati degli indignados, il colmo.

Un conto è essere una persona pacifica, un'altra pacifista. La violenza serve, se incannatala. Serve se usata per cacciare i governanti di un governo che non è democratico, serve per difendersi dai soprusi. Serve se si usa per uno scopo preciso, non per esprimere incazzatura a fin di sfogo.

Tutti parlano del senso di questa manifestazione. Io ancora non l'ho capito, non in pieno. C'è chi si ispira al cacerolazo successo in Argentina. Lo ritengo sbagliato, per i motivi che elencherò e perché in quel ocasione si protestava a causa di un fattore scatenante ben preciso. Come ho scritto sabato (Cogito ergo #15ott ; #indignati dovete conoscere il vostro manifesto) io sono del parere che questa manifestazione vada contro tutto il sistema capitalista, ed è per questo motivo che l'appoggio. Tuttavia il sistema in cui viviamo comprende i partiti che ne fanno parte, cosa che pochi hanno capito, meglio così, perché siamo in Europa e non appena lo capiranno non verranno a manifestare.

Argomenti a favore del #15ott citando l'Argentina ce ne sono a bizzeffe, ma si scordano che America Latina è un continente del terzo mondo. Non si può pretendere di manifestare contro il sistema capitalista mentre con una mano alzi la tua bandiera rossa e con l'altra twitti dal tuo iPhone, 500 euro, Apple Store. No. Non puoi. Neanche con il tuo HTC, Cristo.(*Edit chiarimento in fondo)

E poi è facile dissociarsi delle violenze, che ci vuole? È facile dire che c'erano dei blekblocckk e che erano inviati dalla polizia. Ci sono cascato anch'io nel giochetto violenti/non violenti. Certo che c'erano degli infiltrati, ma dai video io ho visto pure tanta gente incazzata. E fare confluire tutte quelle persone verso un unico posto è un macello.

Quello che voglio dire è che esiste sì una differenza tra le manifestazioni in Italia e nel resto del mondo. Qui si è scelto di far andare tutti a Roma, mentre la tendenza mondiale è "occupy everywhere". Sembra una differenza insulsa ma non lo è.

Argentina 10 anni fa

Nel 2001 mi trovavo in Argentina quando è partito il corralito, banche bloccano i conti, cacerolazo, ministro di economia e presidente fuggono in elicottero. Vittoria? Dipende.

Quel giorno me lo ricordo benissimo, nonostante avessi all'incirca 14 anni. Stavamo finendo la cena, la TV era accesa e all'improvviso il ministro Domingo Cavallo - a cui avevano concesso più poteri del solito, lo chiamavano il ministro dei "superpoteri" - compare in tv nazionale, il che significa che interrompeva qualunque trasmissione (anche quelle della rete privata) per annunciare che da quel giorno in poi non potevi togliere i tuoi soldi dalle banche.

Certo, a me della situazione economica del paese non mi fregava niente, a quell'età figuriamoci, ma quando all'improvviso inizi a sentire dei rumori strani per strada, che vengono dalle case, a quel punto inizi a preoccuparti.

Vorrei porre molta attenzione su qualche fattore fondamentale:
  1. hanno toccato le tasche della - se pur in minoranza - classe media del paese (e anche della piccola aristocrazia). La classe operaia, povera, era già messa come il porco da tanto tempo.
  2. la reazione è stata totalmente spontanea.
  3. è successo ovunque.

Il terzo punto è importante perché il fatto che sia successo in qualunque città del conurbano bonaerense, e non soltanto in "Capital Federal" (la nostra Roma) ha permesso a persone come me, ragazzi di 14 anni, di recarsi al centro e vedere cosa succedeva. Quando Wu Ming 1 fa enfasi sul "occupy everything" ha ragione sì, poiché così facendo la violenza non scoppia subito. Infatti, le sommosse in Argentina sono successi i giorni dopo, c'è stato un climax, nonostante la tempestiva "Provocazione Culturale" successa nella stessa sera. Mi spiego subito.

Quella che io chiamo Provocazione Culturale è legata al punto due. Sebbene la gente fosse uscita in modo spontaneo, i mezzi di comunicazione, sopratutto la TV registravano l'umore generale, insomma la notizia era "vediamo come l'ha pressa la gente". Quando inizi a vedere che tanta gente incazzata nera esce per strada battendo delle pentole dai la notizia e questa azione si propaga per tutto il paese. Cosa fa il governo, in particolare il Presidente? (che da noi è premier e presidente insieme, ha pieni poteri esecutivi)

Il genio di De La Rua dichiara "Estado de sitio", una legge che vieta alle persone di circolare in gruppi per strada, non più di 3 se non sbaglio. Piccola provocazione insomma, se non fosse che questa legge non veniva messa in atto dai tempi dei militari. Ecco, perché la chiamo "Provocazione Culturale", perché cercare di calmare le acque usando un richiamo ad un periodo ancora sensibile, ancora tabù, non era una gran strategia. Quello è stato come soffiare sul fuoco, e se lo scopo era aizzare la folla potete starne certi che ci è riuscito in pieno.

Chi era rimasto in casa si è unito, una pentola in mano e dritti al centro, della propria città. È così che è iniziato, ma è finito in modi che nessuno si aspettava. Dopo un anno hanno sospeso il pagamento del debito verso il FMI, la Banca Mondiale, certo, ma perché le conseguenze sarebbero state pressapoco uguali se lo si faceva, perché il paese in base agli interessi l'aveva già pagato più di una volta. In Italia è diverso, questo è un paese - ancora - "ricco".

Qui la gente pensa che il cacerolazo è stata una manifestazione pacifica, ma non sa che lo è stata finché i bambini e la gente pacifica era rimasta per strada. Perché il bambino ad un certo punto si stanca, lo porti a letto e il giorno dopo alle medie. Il giorno dopo, la manifestazione ha iniziato a confluire verso un unico punto: La Casa Rosada (il nostro Montecitorio).

Ecco, il giorno dopo è stato un macello, saccheggi, morti, rivolte, polizia che reprimeva senza motivo seguendo ordini dall'alto, si alternarono 7 presidenti in pochi mesi. Un paese rimasto devastato, che il mese successivo continuava a mettere i soldi nelle banche, che continua ancora oggi a votare partiti populisti, i Peronisti, ora in vesti di sinistra (piena di demagogia). Dopo quel casino segui l'inevitabile, la svaluta monetaria, la crisi che colpi talmente forte da lasciare per strada tante persone. Tra cui mio padre, ed ecco il motivo per cui sono in Italia.


Ora, tornando ai giorni nostri. Mi resta ancora un interrogativo, ci vuole la fame per mobilitare il popolo? (Italia non ha fame) Sembra di sì perché da quel che vedo l'indignazione è la risposta occidentale alla famelica voglia di rovesciare tutto che il terzo mondo ha messo in atto.

Non dico che non ci sia bisogno di "indignazione borghese" per fare la rivoluzione, anzi c'è bisogno di tutti, delle mamme e dei bambini che occupino Wall Street, perché i tempi, per rivoltare tutto, non sono ancora arrivati. Non fraintendetemi, condivido in pieno l'acampada e le manifestazioni di occupy everything, ma lo faccio poiché le vedo come un mero inizio, come l'inizio di qualcosa di più grande, che deve ancora arrivare.

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Questo post è nato come un commento per la discussione portata avanti dai Wu Ming (Qui la diretta della manifestazione a Roma) ma poi si è espanso da solo, così ho deciso di farci un post :)

* mi rendo perfettamente conto di essere provocatorio, dopotutto il mio nokia non ha lo stesso prezzo del iPhone ma sicuramente lo stesso "valore". Non metto in discussione l'uso della tecnologia, anzi va benissimo che si utilizzi per coordinare, la mia era una provocazione diretta verso chi è confuso, verso chi non sa di cosa si protesta.


PS: se hai apprezzato questo articolo mi farebbe piacere che leggessi il frammento di una mia piccola tesi universitaria che ho pubblicato sabato scorso :)



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