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Twitter, o come (s)tuffarsi in questo mare

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Me l'immagino sì, Vendola. Seduto nella sua cameretta, con il cuore a mille scrivendo questo tweet davanti al MacBook Air Pro con Linux Inside. Le dita effervescenti, lo sguardo veloce, si lecca le labbra e conclude: Eccomi! nichi

Pinne, occhiali, e un bel tuffo.

92 retweet. 93, col mio.

Se domani scrivessi che il mio cuore è in palpitazione perché ho appena fatto il login su un social network verrei presso a randellate sui denti. Giustamente aggiungerei. Ma che ti frega, seguilo, 120.000 followers non possono sbagliare. E non è che ce l'abbia con Vendola, è solo un esempio.

Perché ormai di questi tempi ti svegli e senti parlare di Twitter. È una rottura. In Televisione, sere fa, TG1 dava un servizio intitolato «Tutti pazzi per Twitter». Non vedo l'ora che Minzolini si tuffi. Vederlo perdere followers in diretta deve essere uno spasso.

L'altro giorno a pranzo, il nonno mentre raccontava i suoi soliti ricordi di guerra e di quanto fossero stronzi i fascisti se ne è uscito dicendo «che poi, voglio dire, è ovvio quanto la non sequenzialità del mezzo sia fuorviante, ma non per questo bisogna snobbare un social come Twitter, dove la regola del mezzo-messaggio di McLuhan si dimostra, ancora una volta, corretta, ma le potenzialità sono più di una.»

La vuoi smettere e mangiare quella cazzo di minestra?! - gli urlò la nonna - Sempre a parlare di questo twitter, twatter, twiligh! Mo' scinneme 'a cuoll!! -.

È evidente che mio nonno è una persona del calibro di Andreotti, altrimenti non mi spiego come sia possibile che da un giorno all'altro tutti i giornalisti italiani siano diventati stralunati per questo social network.

La considerazione che va per la maggiore è quella secondo cui ciò che importa su Twitter non è "esserci" ma "starci". Bene, se tu, che stai leggendo, hai capito qual è la differenza tra esserci e stare allora smetti di farti le canne. Perché non c'è nessuna differenza. Non esiste.

Per giunta ci tocca assistere alla mania del momento, vogliamo vedere a tutti i costi i politici su Twitter. Alcuni, se vedono il nuovo account di un ministro si eccitano. Non hanno tutti i torti però. È una grave mancanza che la Fornero non abbia Twitter. Il suo staff avrebbe potuto twittare "snif snif" durante la diretta di ieri.

Vedi, l'idea è quella di spingere per una «cultura della digitalizzazione nella pubblica amministrazione». Perché? non lo so, ma stay hungry stay foolish, mi raccomando.

Idee fantastiche, partorite dalla mente di persone che con la rete "ci sanno fare". Mi ricorda quando volevano candidare Internet al premio Nobel per la Pace. Se non sbaglio erano i ragazzi di Wired Italia. Gli stessi che hanno appena premiato Napolitano come "uomo dell'anno" per aver mostrato una «Sorprendente velocità nel rimanere collegato alla realtà»

Ora, io non so chi di voi possa sorbirsi questo giochino semantico di parole in cui "velocità" e "collegato" giustificano un premio che non ha senso, ma sono sicuro che tra Napolitano e i ragazzi di Wired quello più vicino alla realtà sia decisamente il presidente. Gli altri secondo me pensano di essere - no scusate, stare - in cielo con Steve Jobs. Quando in realtà, Jobs era buddista, e quindi per quelle vie inscrutabili del karma si sarà reincarnato in un operaio della FoxConn.

Io avrei intitolato: 
Steve Jobs operaio dell'anno.
per aver mostrato una sorprendente velocità nel montare iPad e perché non stacca mai dal lavoro
No?

No ma loro per Jobs "provavano affetto". Faccio una piccola digressione poiché quando l'ho letto sul blog Freddy Nietzsche non ci potevo credere (Steve Jobs la differenza). Meno male che il sito porta il sottotitolo "Il blog che abbraccia i cavalli".

Io l'avrei intitolato diversamente.

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Ah, caro Friedrich. Cosa direbbe di questi tempi? Avrebbe usato Twitter? Secondo me sì. Secondo me avrebbe iscritto "Così Twittò Zarathustra". Opera filosofica in cui un punkabbestia - dopo aver visto Into the Wild - decide di andare in montagna con l'idea di twittare i suoi pensieri da là su, finché non arriva in cima e, dopo aver cercato invano di trovare campo per dieci anni, scende per fare causa alla "3" e le sue tariffe telefoniche, incazzato nero con il mondo. La trama potrebbe non piacere a tutti, però il primo Tweet di Friedrich, ve lo ricordate ragazzi? Io al vederlo mi eccitai.

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E poi retweet di se stesso all'infinito.

Ora la domanda sorge spontanea: Napolitano ce l'ha un account Twitter? Se sì, non basta. Deve Starci! Se no, allora sta andando contro l'idea di una «cultura della digitalizzazione nella pubblica amministrazione». Attenzione, come la mettiamo? Gli togliamo il premio? Steve è sempre là in Cina eh. A Freddy non possiamo darlo perché è morto.

Bei tempi, vero? In cui ad essere nichilisti erano i seguaci di Nietzsche e non quelli di Nichi.



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