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Tempi Duri, Download Pesanti

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Io non so cosa si aspettino, quei signori che sono in alto e comandano il come, dove e perché si debba informare in Italia. Ma pur bazzicando in diverse zone "culturali" del Web, soltanto in quella italiana trovo una sorta di campagna mirata al delegittimare la pirateria come atto terroristico e furto, mi hai rubato, sei un ladro, sentiti in colpa, furto furto di "proprietà intellettuale". Soltanto qui.

Ti sparano merda visiva e scritta, in un paese gestito da persone che con la rete hanno una dimestichezza pari a zero. In Stati Uniti troviamo Obama, che ha fatto del Web un cavallo di battaglia. Qui abbiamo Formigoni che - evidentemente - per lavorarci col Web viene consigliato dal suo guardaroba.

Il che comporta che servizi come Hulu, Spotify, Netflix e tanti altri non esistono nei nostri paraggi. Quei tipi di servizi che ti farebbero pagare un abbonamento minimo e godere (legalmente, se proprio vogliamo) di una miriade di telefims, films, dischi musicali, tutto in streaming sincronizzato nei vostri apparecchi. Cosa, a quel punto, parecchio più comoda di dover scaricare tutto.

Figurati, qui, quando dovevamo scegliere di finanziare la banda larga per rimediare al divario digitale, "noi si è scelto" di finanziare il digitale terrestre. La cara e vecchia TV. Qui l'abbonamento che paghiamo tutti è quello della RAI, per vedere San Remo e parlare della farfallina di Belén per settimane. Signor*, Siamo in Italia. Teniamone conto.

E solo in Italia esistono persone (la FEM*, Federazione Editori Musicali) che prendono dei sessantenni e fanno fare uno spot pietoso, pieno sunto di quella retorica alla io sono buono, Steve è buono, voi siete ladri. A me, a guardarlo, è venuto il voltastomaco. Panzane dette da sessantenni che - evidentemente - leggono da un copione



Che dire?




Attenzione, il problema non è tanto l'età o il fatto che stiano parlando di cose che non capiscono. Non cadiamo in questo errore. Qui c'è tutto un messaggio che vuole farci passare un'idea schifosa. Ed è da questa idea da cui dobbiamo starne alla larga.

A far parte del messaggio moralista c'è gente giovane e alla moda che la pensa allo stesso modo. Trovo più pericoloso Matteo Bordone, che scrive articoli su Wired - giornali che sono all'avanguardia della cultura/nativi digitali - intitolandoli 
«Perché lo Scaricamento non è un diritto manco per sogno» - "Continuate a rubare, continuate a lamentarvi (o, se preferite, Siate ladri, siate stronzi)"
Vi lascio intuire il contenuto.

Lo capite? Stando così le cose noi siamo i soliti stronzi, immorali e colpevoli della loro perdita di creatività, caduti nell'illegalità della periferia virtuale, siamo ladri. Ti stanno dando del ladro seduti comodamente in poltrona. E i loro interlocutori, di cui la maggioranza fa parte della categoria "ladri che si lamentano" consumano il contenuto, sorbiscono il messaggio ben condito.

Se guardo in streaming un telefilm che in Italia non è arrivato, o che non si trova ancora in lingua originale e la traduzione fa schifo (Big Bang Theory), dovrei sentirmi in colpa? Dovrei pure sentirmi un ladro perché scarico il disco di una band argentina che a suo tempo avevo pagato e/o che qui non trovo?

A me tutto questo fa schifo. È segno che in Italia, sulla questione, l'aggettivo digitale è mera apparenza, la mentalità è ancora analogica. Molto arretrata.

Esiste un fantastico libro intitolato The Pirate's Dilemma: How Youth Culture Is Reinventing Capitalism** di cui le prime pagine basterebbero per ridurre in polvere le motivazioni di Ruggeri, Vecchioni & co nel video della FEM. Sopratutto dimostrerebbero come le seguenti frasi siano - oltreché moralistiche - del tutto false: 
- «La pirateria digitale sta distruggendo l’industria culturale.»
- «La pirateria uccide il mondo della creatività e della fantasia»
- «L’intera industria culturale è destinata all’estinzione se non si fermano i siti pirata.»
- «Difendiamo la libertà di fare cultura.»

Frasi con contenuto e ritmi ridondanti. Come d'altronde la musica che spacciano. Perché, parliamoci chiaro, di quale cultura e creatività stiamo parlando? Delle canzoni di Emma? Per favore. Sapessero che la pirateria non solo aumenta la creatività, ma non danneggia le vendite se avvengono attraverso i portali adatti, anche per artisti (siano indipendenti siano mainstream). Portali e alternative che in Italia, però, non ci sono.

Bonus Dilemma Ruggeri

Che poi lo capisco un po' a Ruggeri, avete visto la figuraccia che ha fatto recentemente su Facebook?
Enrico Ruggeri: «Perché il mio nuovo disconon vende?» Il cantante si sfoga su Facebook. E poi spiega: «Un problema che non riguarda me, ma i cantanti di domani».

Caro Enrico, le risposte sono due, o il disco fa cagare oppure Mistero. Fatto sta che la tua immagine non migliora se compari in uno spot dicendo che è colpa della pirateria se la tua creatività diminuisce.

* Il video è stato prodotto dalla FIMI assieme alla SIAE e a Confindustria Cultura.
**in Italiano il libro si trova come "Punk Capitalismo: Come e perché la pirateria crea innovazione."

Per quanto mi riguarda, vado ancora avanti con Torrent, oppure (Filestube per cercare i link + JDownloader per scaricarli comodamente). E in futuro useremo i file Magnet. Di cui PirateBay farà la sua arma futura, assieme ai server che, a quanto pare, risiederanno nello spazio.


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