hero-image

Volevo fare la Startup - La Maledizione di Riccardo Luna

Una storia basata su fatti realmente linkati, startups, gelati al pistacchio e tanto net-feticismo.

Riccardo-Luna-Startup-Internet

Un post-raccontato, un saggio romanzato. Un miscuglio di fatti veri con un pizzico di finzione e delirio. Chiamatelo pezza-racconto, chiamatelo espressione della mente malata di fronte al cyber-utopismo markettaro. Tu chiamalo, se vuoi, storytelling.

    «'Volevo fare la Startup ha fatto per il Web ciò che Mr.Brainwash ha fatto per il mondo dell'autolavaggio».
Banksy
    «Leggerlo sul mio iPad mi ha fatto capire qualcosa di importante, in certi momenti mi ci sono rispecchiato, quindi dopo averlo finito ho preso una decisione: 'mai più prendere un tablet con schermo lucido, piuttosto un e-reader'»
Riccardo "Net-Sailor" Moon
    «Credo proprio che dopo questo capolavoro della Troll-Narrativa mi prenderò una bella pausa e andrò a cercare lavoro»
anonimoconiglio

Attenzione

Il seguente testo è più lungo del solito. È frutto di estenuanti sessioni psichedeliche. Le citazioni sono tutte vere, non so se dire lo stesso dei dialoghi. Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi forse vero, forse no, chissà. Il misto di delirio e verità è intriso. A voi la scissione. Buona lettura.



Volevo fare la Startup

La Maledizione di Riccardo Luna


   «Non c'è parola più vuota di "innovazione". E' una ciabatta per ogni piede, grimaldello da ladro che scassina ogni porta.»


14 Febbraio 2012, San Giovani in Marignano, Casa di Francesco

«Babbo voglio fare la startup. Lo so che sto finendo la quinta liceo e passo le mie giornate a guardare in fila Dragon Ball, Big Bang Theory e i Gormiti nel pomeriggio di Italia 1, lo so che poi gioco in modo alternato a CoD e Gran Thef Auto fino alle sette di sera, ma vedi babbo, ho letto un pezzo di questo giornalista qua, Riccardo Luna - l'ex direttore di Wired -, che insomma spacca e insomma questa filosofia sulla tecno-innovazione che ha.. è il futuro...

È difficile da spiegare, ma spero che un giorno mi capirai. Voglio fare la startup. Sono convinto. Il lavoro non c'è più, e tu lavori in fabbrica e tutti sappiamo che le cose stanno andando male. Ma io so che se mi aiuti con un finanziamento iniziale, ecco potrei avviare una società e con Gio', hai presente Giorgio, il ragazzo con cui facciamo le LAN Party di Call of Duty i sabati? con Gio' pensavamo di creare questa "app" per iPad e iPhone che riconosce i latrati dei cani e sa dire di che razza sono! Ha un Golden Retriever bellissimo, lo devi vedere.

Perché alla fine come dice qui Luna, "oltre il posto fisso, forse non c'è il baratro", no? Perché devo andare all'università se ormai con internet ho tutto quel che mi serve. Divento autodidatta babbo! Non è più obbligatorio andare all'università, lo dice anche un ragazzo che seguo su twitter, @davidedattoli, che a 21 anni fa l'imprenditore.»

Questa estate Francesco lavorerà in fabbrica obbligato dai suoi genitori. Suo padre gli trovò un lavoro estivo e si raccomandando con il suo capo: "trattalo il più male possibile". Al sesto giorno di lavoro - con 40 gradi all'ombra e un rumore assordante proveniente tornio meccanico - mentre monterà un armadio rack, una delle colonne di metallo gli cadrà sul dito. Colpa di Francesco, per non averla avvitata bene. Si farà malissimo e faticherà tutta l'estate abbastanza da capire che suo padre non è affine al pensiero di Riccardo Luna.


Dizionario online

start up ‹stàat ḁp› s. ingl. [propr. «avvio, lancio», dal v. (to) start up «partire, mettersi in moto»] (pl. start-ups ‹… ḁps›), usato in ital. al masch. e al femm. –

1. s. m. La fase iniziale di attività di una nuova impresa, o di un’impresa che si è appena quotata in borsa.

2. s. f. m. Lingua e dialetto introdotti nel mondo da Wired, cyber-utopisti e ottimisti 2.0. Nel presente linguaggio, ogni vol­ta che è possibile, nomi propri e co­muni, verbi e avverbi vengono sostitui­ti da coniugazioni e declinazioni della parola «startup». Esempio: quel ragazzo è una startup di successo, sta creando una startup innovativa, non è solo moda, è una tendenza. Che fai più tardi? andiamo a prendere uno startup? conosco un bar qui vicino che ne startupisce alcuni molto buoni.
Analogam. scrittura s.,caratteri s,. filosofia s,- vedasi Riccardo Luna.

20 Febbraio 2012, IlPost

    «Sono le startup la risposta alla mancata crescita economica che viviamo da un decennio almeno in Italia [...] ne basta una che abbia successo per creare occupazione e crescita. L’esempio di Groupon Italia, con i 450 assunti in un anno e mezzo, è quello che più mi ha colpito...»
Riccardo Luna, elogiando un modello di business basato su call center e telemarketing.


L'origine dell'uso della parola startup nella seconda accezione indicata dal dizionario è dovuto a una serie di vicende burrascose, iniziate all'incirca tre anni fa. L'origine che contrassegna il motivo in base al quale la parola "innovazione" diventò scusa per dire ai giovani di non ambire più al posto fisso e giustificare i soprusi ai lavoratori. Questa è la storia di come tutto ebbe inizio...


Agosto 2009, Milano, Sede di Wired Italia

La redazione di Wired spruzza design dai post-it, e nell'aria sono tuttora rimaste reminiscenze di Salone del Mobile. Steve è ancora vivo, e l'iPhone 4 non è ancora uscito. Il che significa che il multitasking per lo smartphone non esiste. Badate bene che il suddetto fatto, agli occhi di un semplice lettore, può sembrare del tutto irrilevante e privo d'importanza. Ma non lo sarà per noi.

Riccardo Luna si rispecchia in bagno. Custodisce un segreto che nessuno sa, il segreto del suo ottimismo, il motore trainante che tutte le startup vorrebbero avere. Se pensa ancora a quel giorno in cui da piccolo, Al liceo Giulio Cesare, fondò il giornalino studentesco... ne è passata di acqua sotto i ponti. Ma sopratutto, sono passati 8 anni dal suo pellegrinaggio a Silicon Valley per conto de La Repubblica, e dopo aver preso la cresima nei templi di Google e Microsoft, Riccardo non è più lo stesso. Ora sente la rivoluzione in corso, sente che i tempi cambiano. Ed ha una missione, l'ha ricevuta via mail giorni addietro:

From C.S (-------@----.---)
To Riccardo Wired
On Fri, Jul 25, 2009 at 3:14 PM, C.S. Wrote:
[...] Riccardo la tua missione è di vitale importanza per noi. Dovrai preparare il terreno ad un mondo fatto di startup e gelati blu. Il tuo compito sarà quello di diffondere l'ottimismo 2.0 all'insegna dell'innovazione tecnologica che permetta a generazioni di giovani ragazzi di produrre tutte le "App" possibili ed immaginabili per iPhone, iPod e iPad. Dovrai andare "oltre il posto fisso" e superare le leggi, sia esse di gravità, sia esse di diritti ai lavoratori, per permettere al cyber-utopismo di vincere la battaglia contro il passato pessimista e i bielorussi come Evgenij Morozov. Primo passo, bisogna dare risalto allo strumento. Candidare internet al premio Nobel per la Pace. A breve riceverai i passi da seguire, ti saranno inviati da Nicholas Negromante.
con affetto C.S.

La sua missione si svolgerà all'insaputa del suo maestro e mentore di vita, Grande P. Ma egli ora è direttore del giornale di "persone che cambiano il mondo" per eccellenza, Wired, e può fare a meno di G.P, anzi non c'è motivo per cui G.P. debba venire a saperlo.

Riccardo esce dal bagno, prende un caffè ed entra nella sala redattori. Stupisce la sua platea. Nel sentirlo parlare, Luca "brontolone" Sofri ha da ridire, ma ferma il suo istinto. Riccardo potrebbe sospettare di lui, e se venisse scoperto G.P si arrabbierebbe più del dovuto. Una spia non può permettersi di sbagliare. Riccardo conclude il discorso domandando: "lo vogliamo fare sì o no? non vi sentite anche voi un germoglio di pace in questa distesa digitale? Vogliamo o no far vincere il Nobel a Internet, al Web, e in questo modo anche a noi stessi!?"

Applausi, strette di mano. Riccardo ci crede, ci credono anche i suoi redattori. È deciso: a novembre Wired lancerà la candidatura del Web al Premio Nobel per la Pace.

18 Marzo 2011 Tour dei Mille, Torino

    «L'innovazione è Giorgio Napolitano, che ha compiuto l'impressa più incredibile, farci riscoprire l'orgoglio di essere italiani.»
Riccardo Luna, prima dell'avvento di Napolitano non era orgoglioso di essere italiano


Sul perché Riccardo non si bagna quando piove, o la parabola del gelato al pistacchio


Il senso comune detta tante cose. Il senso comune ti fa credere, ad esempio, che il gelato al pistacchio debba essere verde. Grave e grossolano errore. Il vero gelato al pistacchio, quello naturale, ricco in proteine e saporito, non è altro che marroncino chiaro, con sfumature oscure e pezzettini di pistacchio. Di qualità.

E cosa c'entra il pistacchio con Riccardo Luna? Niente. È una parabola propedeutica, necessaria affinché il lettore capisca quel che sto per svelare. La verità riguardo l'ex direttore di Wired. La spiegazione razionale ai deliri sulle startup, alle profezie riguardo al futuro di internet in Italia.

Avete mai mangiato un gelato al puffo? Di che colore dovrebbe essere? Azzurro? No. L'azzurro del puffo sta al verde del pistacchio. Inoltre, la qualità dipende sempre dallo stato e la stagionatura del puffo. E così come l'ottimo gelato al pistacchio è marrone, un vero e proprio puffo non è né blu, né azzurro, bensì del colore di Riccardo Luna.

Sì, ignaro lettore. Riccardo Luna è un puffo. Ecco il suo segreto.

Per anni abbiamo cercato di nascondere la verità sotto in nostri occhi ma gli indizi ci sono tutti. Fisicamente i suoi occhi ci svelano l'ingenuità che Gargamella non sopporta. Il suo sorriso la felicità di chi non conosce una serata a cercare di configurare TOR e proxy al meglio per navigare su Silk Road, e l'ottimismo e cyber-utopismo è degno di chi ha sempre creduto che Gesù un giorno comparirà in Rete, e predicherà il vangelo in pillole di 140 caratteri, finché i governi e la DIGOS non decideranno di chiudere il suo account dopo essere stato denunciato da @andreasarubbi, per avere il legittimo sospetto che possa essere un fake del vero messia.

Firenze, Ottobre 2011 a Leopolda

Nello show di Matteo Renzi, Riccardo tiene un talk su innovazione e startuppers, quando ci confessa: 
    «Ilaria Capua mi disse una volta: "quando piove, io non dico governo ladro, quando piove io apro l'ombrello e vado avanti", e questo è un diventato un po' il mio motto. Credo che quello potrebbe diventare forse il nostro motto... Molti mi dicono che io sono esageratamente ottimista, e io sono molto ottimista, sono ottimista perché esiste internet."»

Tutto ciò ci svela dei retroscena interessanti. Primo, sino a prima del suo incontro con Ilaria, Luna non apriva l'ombrello quando pioveva. Il che significa che semplicemente non ne era abituato, perché forse la sua pelle è impermeabile? Quale essere potrebbe non aver bisogno di un ombrello le giornate di pioggia? Un Puffo.

Ed è facile dedurlo dal momento che il loro cappello bianco li tiene sempre al riparo della pioggia. Tuttavia Riccardo non può portare sempre il suo cappello, poiché la maledizione che ricade su di lui gli permette farlo solo i giorni di Luna piena, finché non espierà la sua pena. Ed è per ciò che ubidisce ai comandi di Nicholas Negromante e il misterioso C.S.


Fine Agosto 2009, giornata afosa e umida, piove a dirotto.

Riccardo esce dalla macchina e si dirige verso la soglia di casa. Non porta con se l'ombrello. Non si bagna. Varca la porta, saluta i suoi cari e si siede sul divano. Un odore di nuovo spruzza dalla sua valigetta, un odore pulito e fresco, qualcosa che richiama Riccardo come l'anello richiama il Golum. Le sue dita fremono, estrae l'oggetto tanto desiderato.

Il riflesso dell'iPhone nuovo di zecca abbaglia l'onnisciente narratore, ed egli non può dirvi cosa succede nei successivi due minuti. Non appena riprende i sensi scopre che Luna è davvero impegnato con il suo nuovo aggeggio.

Il suo amico Nicholas Negroponte gli aveva rimediato la versione beta del gioco di una startupper che sarebbe stato rilasciato tra qualche mese, il 10 dicembre 2009, per la precisione. Il gioco si chiama Angry Birds, e Riccardo stava finendo di installarlo sull'iPhone. Quel che ancora non sa, è che sarà proprio Angry Birds la fatale distrazione che farà si che l'aggeggio senza multitasking non gli permetta di gestire al meglio la situazione che si sarebbe verificata da lì a breve.

Nel frattempo, in un villaggio belga...

GP - Che cazzo significa?! Cos'è sta puttanata!? - Quando un puffo si arrabbia sa essere molto volgare, e Gran Puffo era molto puffato - Come mai vengo a saperlo adesso?? Cos'è sto.. manifesto per candidare internet al premio nobel per la pace?? Non farà sul serio! -
LS - Gran puffo non si puffi così, si ricordi cosa ha detto puffo dottore! la pressione -
GP - la pressione un cazzo, e poi tu lo sapevi Sofri, lo sapevi e non mi hai detto niente! - Sì, Anche Luca "brontolone" Sofri, appartiene al viaggio belga degli esserini blu, e nel presente racconto ricopre un ruolo stile Piton di Harry Potter -  senti qua: 'vogliamo candidare internet al premio..' ... eccolo, '...la Rete il mezzo più efficace per superare barriere di tipo POLITICO E MILITARE'?? ma cosa sta dicendo!? ma lo sa che sono il primo azionario di Silk Road?? -
LS - Grande Puffo ogni volta che cerco di avvertirlo Riccardo si tappa le orecchie e fa lalalala -
GP - Stai zitto Sofri! Ora lo chiamo e gli vieto di fare questa figuraccia... -

Grande Puffo cerca di contattare Luna in via telematica, ma Riccardo è troppo preso dal suo iPhone. Dato che Grande Puffo ha una certa Età, manco per sogno avrebbe utilizzato la chat o le e-mail. Per cui tenta al massimo di chiamarlo su Skype. Ma Skype informò Grande Puffo del fatto che il device che Riccardo utilizzava non era dotato di multitasking. E che ora Riccardo era occupato.

La mancanza di multitasking comportò conseguenze che cambiarono la vita di Riccardo in maniera drastica. In seguito Grande Puffo si stancò di avvertire Luna e lo bandì dal villaggio dei Puffi, Internet non vinse un bel niente e il povero Giorgio Armani, che aveva firmato la petizione, ci rimasse malissimo. Sempre meglio, tuttavia, della reazione di Riccardo.

18 Marzo 2011 Tour dei Mille, Torino

    «l'innovazione è continuare a fare figli in questo paese, ma farlo ringraziando i nonni, perché senza di loro non ce la faremmo a fare tutto quello che facciamo.»
Riccardo Luna, cercando di dimostrare la versatilità della parola innovazione


8 dicembre 2010, intercettazione telefonica

Sofri - Riccardo ho saputo del premio a internet... niente, mi spiace... -
Luna - Sta zitto va, l'ha vinto un tizio, un tale cinese, XioBo! -

Stranamente, quando Luna pronuncia Xiaobo, il suono è più vicino ad una bestemmia romagnola che ad un nome cinese. Se ci addentriamo nella mente del direttore di Wired, la sua rabbia diventa più che comprensibile.

Ironia della sorte Liu Xiaobo (刘晓波) è una persona che, su internet, se va bene non si collegherà per un bel pezzo. Dato che, innanzitutto, è cinese - quanto può conoscere realmente Internet se dal 2004 il governo gli tagliò la connessione nella propria casa? - e in secondo luogo, è in carcere. A dimostrazione del fatto che il presente in cui viviamo è un mondo ironico, ci basti dire che il suo ultimo arresto riguarda l'aver diffuso un testo anche su internet. Il che significa che, a Xiaobo, internet gli diede tutt'altro che pace. Ironico, vero? Come direbbero i giovani d'oggi: lol.

Riccardo è profondamente arrabbiato, ma ricorda gli insegnamenti e la concentrazione imparata attraverso la visione del discorso all'Università di Stanfor di Steve Jobs. Visione effettuata 30 volte di seguito. In questo modo si rilassa, resta affamato e resta foolish, e raggiunge la soluzione. Ha a che fare con una delle principali regole del marketing: modifica l'apparenza delle cose e salverai il mondo.

Riccardo torna si concentra, Ss mette nei pani di una persona chiunque, la domanda che sorge spontanea:
Luna - Xiobo!!! chi è Xiobo!? -
Sofri - Riccardo! Bestemmiare non va bene! Io odio le bestemmie -
Luna - E chi bestemmia?? Ascolta, ho una idea. Magari possiamo dire che Xiobo o come si chiami è stato un cyber-attivista -
Sofri - Ma dire che Xiaobo è stato un cyber-activist non è forzato? voglio dire, il manifesto Charta 08, per il quale ora sconta 11 anni di pena, è stato diffuso pure su internet, ma questo non rende di lui un cyber-attivista -
Luna - vedi io sarò ottimista, ma dal momento in cui una persona tocca un computer, diventa cyber-attivista -
Sofri - e se la tocca per vedere un porno cos'è? un cyber-pugnett..? -
Luna - no! è un cyber-attivista lo stesso. Ora faremmo così. Io troverò un titolo adatto, avrà pur parlato di internet prima o poi, e lo userò per bene, dopodiché scriverò un testo per raccontare nel dettaglio la sua vita. Bisogna mettere in risalto internet -

Dopo qualche ricerca Luna scopre che le opere di Xiaobo sono pressapoco introvabili, esistono altresì pochi testi che parlano della sua vita, e le traduzioni scarseggiano.

 09 dicembre 2010, Wired Italia

TitoloIl Nobel a Liu Xiaobo, il primo a un attivista digitale
sommario:  
"Internet è un dono di Dio alla Cina". Mai nessuno ha celebrato così solennemente il senso profondo della Rete.
Contenuto:
 [...] Il Nobel per la Pace 2010 è soprattutto il primo ad un attivista digitale, ovvero ad una persona che ha usato la Rete per diffondere le proprie idee e tentare di creare un mondo migliore...

Se non fosse per internet avrebbe dovuto passare giorni e giorni su biblioteche, trattando di incentivare traduttori cinesi perché traducano nella miglior tradizione foxconniana, ma grazie al Web Riccardo trovò il suo titolo, e persino la frase di Xiaobo che tanto cercava.


18 Marzo 2011 Tour dei Mille, Torino

    «l'innovazione non è paragonare facebook al terrorismo, ma è un premio nobel per la pace che dice "internet è un dono di dio".»
Riccardo Luna, sfruttando le parole di Xiobo



Presente


Sono passati all'incirca due anni. Riccardo ora scrive su ilPost, La Reppublica e CheFuturo! - finanziato da CheBanca, istituto bancario di proprietà di Mediobanca, mediobanca che finanzia "il nuovo" (??) -. Egli Non è più direttore di Wired, ma la sua missione è stata compiuta. Internet ha avuto la messa in luce necessaria per permettergli di scrivere che grazie a Twitter si può fare la rivoluzione, e che basta una Srl con capitale un euro e una connessione ADLS per risollevare l'Italia. Ma l'impressa più pericolosa di Riccardo è arrivata ora.

Cavalcando i veniti favorevoli delle task force del ministro Passera e l'articolo 18 montiniano, Riccardo dovrà parlare del nuovo, del futuro, dell'innovazione, per spianare definitivamente la strada alle startups, siano esse aziende come Groupon che si basano su callcenter, siano esse una aziende con un bellissimo ambiente produttivo anche se possano offrire lavoro solo a 10 persone. Non importa. Se potrà farcela o no, lo sapremo tra qualche anno. Ci resta solo osservare come i puffi riescono a smuovere le acque e farci credere che se il lavoro non c'è, possiamo inventarcelo.

Il mito delle startup e l'innovazione tecnologica che salverà l'Italia resterà un gioco. Il gioco dei Puffi. Per citare Umberto Eco, «è un gioco linguistico. Una cosa molto, ma molto puffa». Perché chi promuove il concetto di innovazione e lo abbraccia al concetto di startup, di solito usa le suddette parole come se stesse parlando la lingua degli esserini azzurri. Innovazione è questo e l'altro, startup di qua e di là. Ma sostiene Umberto Eco sui Puffi, e quando lo leggo penso a Luna e  agli svariati guru delle startup:
    «L'usare una sola parola per tante cose non li indurrà a vedere le cose, tutte, unite da una strana parentela? Se è puffo un uovo, un badile, un fungo, non vivranno in un mondo dove i legami tra badile, uovo e fungo sono molto più sfumate che non nel mondo nostro e di Gargamella? E se fosse così, questo conferirebbe ai puffi un contatto più profondo e ricco con la totalità delle cose, o li renderebbe inabili ad analizzare in modo "corretto" la realtà, recintandoli nell'universo impreciso del loro villaggio senza storia? E in questo caso, la loro apparente felicità di eterni bambini non sarebbe pura mistificazione di Peyo? Forse che i puffi sono infelici? Sono tutte questioni che non mi sento di risolvere qui. »
Umberto Eco, "Schtroumpf und Drang", 5 settembre 1979. Bompiani.

Internet, il Web, la Rete.  L'universo impreciso di un villaggio senza storia.

E sì, Eco ha davvero scritto un saggio sui Puffi, a dimostrazione del fatto che aveva ancora meno cose da fare del sottoscritto.


...

Note Legali

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può, pertanto, considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62 del 7/03/2001
Le pareti, al suo interno, sono rivestite di Diritto di Critica e Diritto di Satira, maneggiare con cura. Consultare INFO - Disclaimer

Licenza

(CC BY-NC-SA 3.0) | anonimoconiglio.com by Santiago Greco.
This blog is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 3.0 Unported License.