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Tutto quello che Ubuntu fa per voi ma non avete mai osato chiedere

Le argomentazioni che vanno di moda per difendere La Casa del Parroco:

Atto primo, intervista a Mark Shuttleworth nell'Ubuntu Classroom, 1 Maggio 2012

(traduzione tratta da OneOpenSource)
Intervistatore: Cosa ne pensi di Windows 8? Lo hai provato? Credi si tratti di una grande possibilità per Ubuntu? 
Mark: "Ammiro alcune delle scelte coraggiose di Microsoft. È difficile per loro, e stanno facendo alcune cose molto bene. Non siamo qui perché odiamo tutti gli altri. Siamo qui perché abbiamo una visione del futuro che solo noi possiamo creare. Nessun altro sta cercando di crearlo – né Microsoft(!), né Google, né Red Hat, né Debian, né Arch – perciò, sta a noi costruire quel futuro: libero, sostenibile, bello, e apprezziamo molto il vostro aiuto." 

In questa scena troviamo la prova inconfutabile del fatto che Mark "sono l'innovazione" Shuttleworth spari più puttanate di Lavitola appena tornato in Italia. 

A detta sua, sarebbero loro, e soltanto loro, i portatori di un futuro libero, come il software closed del server Ubuntu One; Un futuro sostenibile, come il modello business implementato da Canonical, ossia: "noi si prende i soldi dall'alto, ce li dà Mark e poi vediamo.. se iniziano a scarseggiare, non so, ci son sempre i servizi closed che abbiamo, e poi possiamo sottrarre soldi ai progetti altrui come abbiamo fatto con Banshee..."; Un futuro bello, come Unity, una interfaccia che abbina i colori viola e arancione, amalgamandoli con trasparenze che neanche un truzzo ignorante riesce a sognare; Un futuro da creare con il vostro aiuto, oh sì, questa è la più importante, perché senza l'aiuto di volontari in buona fede, di persone che diventano testimoni di linux, convinte che diffondendo Ubuntu diffondono i valori del software libero, senza quell'aiuto, l'azienda fondata da un multimilionario Sudafricano, con base nell'isola di Man - società offshore -, non potrebbe andare avanti nel panorama Gnu/Linux, non potrebbe portare il futuro, che "solo loro possono creare". 


 

Il paradosso degli idioti

Vedete, ad Agosto dell'anno scorso, Jim Zemlin, direttore esecutivo della Linux Foundation disse testualmente che coloro che non contribuiscono - che non ricambiano il favore - allo sviluppo del kernel linux sono degli idioti. Aggiunse però che Canonical era esenta da questa categoria perché prima o poi contribuiranno

Quest'anno, ad inizio Aprile, la Linux Foundation pubblica un resoconto in cui elenca i principali contributori del kernel. La notizia eclatante è che Microsoft è tra i primi venti. Più di uno nota che manca Canonical all'appello. Niente di nuovo.

Per l'occasione però, Mark "Don Abbondio" Shuttleworth, ammette che è vero, e sostiene che "Canonical non è interessata allo sviluppo del kernel", loro sono interessati nella user experience

Ora, non so voi, ma io sono davvero curioso di sapere se i pareri del direttore esecutivo della Linux Foundation siano cambiati. *

Anatomia della User Experience

La User Experience è qualcosa legato alla figura di una bella ragazza. Quando navigo su youporn o mentre acquisto qualche kalashnikov e molotov sul dark web, mi capita di sentire in me la user experience.

È come il potere della forza. Si trova nel centro del corpo, non nel cuore, ma più in basso, all'altezza dello stomaco? No, scendi ancora.

Dai, persino Giovanni Muciaccia ci arriva.





Insomma, l'esperienza utente è l'ultimo traguardo delle cazzate da sparare ogni volta che ti fanno notare che non contribuisci come gli altri. Ma hey! l'esperienza utente è il futuro, e ricordatevelo "solo loro possono portarci questo futuro", perché Gnome 2 non era stata studiata per gli utenti, perché KDE non è fatta anche da persone che pensano a come l'utente userà il loro programma, no no...

Se c'è qualcosa che Canonical riuscita a fare è convincere alcune persone che il vero problema sia combattere il market share di Microsoft &co, e che l'importante sia essere competitivi a discapito delle idee del software libero e della qualità dei programmi.

In quale modo la competizione è necessaria per sviluppare software libero mi sfugge. Anche perché la logica di economia capitalista di guadagno in questo caso non si applica facilmente. La diffusione della conoscenza si fa aprendo i sorgenti e rilasciando cose in upstream, per tutti. Attenendosi un minimo agli standard anziché creare interfacce in modo tale che possano essere usate solo sulla "tua" distro. Stando così le cose la competizione comporta chiusura

Ho una domanda, ammettendo per assurdo che Gnome 2 era un problema perché "vecchio", la competizione a cui Canonical diede origine scegliendo di fare Unity ha generato due interfacce uscite troppo presto (Gnome Shell e Unity), spartane e per certi versi inusabili. Non credete che in fin dei conti, a forza di ricercare l'innovazione e l'esperienza utente, sia - ironicamente - lo stesso utente ad uscirne perdente?

Inoltre, il fatto che GNOME e KDE rilascino una interfaccia incompleta è comprensibile e giustificabile. Perché sono fondazioni, e sta alle distro scegliere se adottare la nuova interfaccia o tenersi la vecchia.

Diverso è il discorso di Canonical, che è una azienda, ci lucra sopra e ti usa come betatester in nome del "sei parte di una comunità", il che non è assolutamente vero, dato che la loro interfaccia la impongono dall'alto alla loro stessa comunità.

Perché vedete, in fondo Ubuntu è una startup, e se c'è qualcosa che loro possono creare, quello è il  proprio market share, la quota di mercato. Che siete voi. Gli utenti.

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PS: Se ve lo siete perso cliccate su startup qui sopra, che ho scritto un post-racconto lungo e se non lo leggete siete Riccardo Luna.

Non che mi interessi cosa diranno al UDS, ma la recente intenzione di smettere di usare i DRM per parte di Electronic Arts è dovuta senz'altro a Canonical e a Shuttleworth miracoloso, mi raccomando. Questo quel che potremmo sentire in futuro. Ma secondo me EA dirà: "hey, adesso i SIMS non hanno DRM, quindi siete incoraggiati a giocarli su Wine, date grazie a Shuttleworth e l'esperienza utente, amen."

*che poi, a me frega ben poco cosa pensi il direttore della Linux Foundation, però visto che ogni tanto i rompicoglioni mi fanno notare che le mie opinioni non valgono nulla - e non capisco perché continuano a leggermi -, vediamo se prendono in considerazioni quelle di uno più "importante" di noi.


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