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Il M5S e le analisi sballate

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Che ci piaccia o no, il Movimento 5 Stelle è uno dei fenomeni politici più interessanti e curiosi di questo paese, almeno degli ultimi dieci anni. A dire la verità - dal mio punto di vista da straniero - tutta la politica italiana ha un suo perché molto folkloristico. Molto intrigante.

Ma uno che prima faceva il comico, che progressivamente inizia a criticare il sistema in modo serio, per poi creare un partito in piena regola col sistema, chiamandolo con l'ossimoro di 'MoVimento apolitico', e che a colpi di frusta fascistoidi conduce il suo carroccio a cui inizialmente non davano una lira ma oggi rappresenta una bella fetta di elettorato, beh, una cosa così, lasciatemelo dire, è da film documentario.

Il mio giudizio personale si stupisce ancora di più quando considero che non ci si aspettava che il M5S potesse essere così "popolare" in un paese come l'Italia, che di populismo e qualunquismo aveva avuto una dose parecchio forte. Una dose che viene rincarata dal M5S; il risultato sono tante analisi sballate.

Di quale analisi parlo? Di quelle anticipate Mercoledì dalla Stampa e presentate ancora meglio dal Huffington Post Italia - Cavolo, è la prima volta che l'Huffington Post Italia mi risulta più utile di un giornale, la differenza con quest'ultimo sta nel fatto che probabilmente non hanno pagato chi ha scritto l'articolo.

In parole povere, la Fondazione di ricerca Istituto Cattaneo ha effettuato un'analisi edita da "il Mulino" col titolo "Il partito di Grillo". La ricerca è «basata su 10.000 casi (analizzati con interviste telefoniche a cui si aggiungono altre interviste fatte da colloqui lunghi in diverse città italiane).»

Se consideriamo che un sondaggio, per ritenersi attendibile, deve godere almeno di 1000 casi - non a caso i sondaggi di Enrico Mentana vengono considerati un penoso oroscopo astrale visto che secondo alcuni ha circa 500 -, possiamo concludere che 10.000 casi non sono mica i pareri del mio e del vostro cugino.

Ma vediamo gli sballamenti, inizio con quelli che ritengo "minori" per importanza:

  • Il M5S propone una immagine di partito giovane, ma ci risulta che il cuore degli attivisti sono persone attorno ai 35 e 44 anni. Per lo più tecnici, piccoli imprenditori, dipendenti di aziende di software. Forse in Italia ed Europa quella fascia è sinonimo di gioventù, ma nel resto del mondo non lo è. In Argentina verreste considerati dei vecchi. Mi dispiace.

  • Il M5S fa enfasi sulla partecipazione attiva e il fare politica sul posto, ma ci risulta che tra le sue fila non c'è molto coinvolgimento per quel che riguarda l'associazionismo, il volontariato, e la cultura. Sì, so benissimo che il Movimento appoggia i NoTav, i referendum e i comitati dell'acqua ecc, ma appoggiare formalmente non significa farne parte. Basta citare l'esempio sul referendum in Valle d'Aosta dove il M5S faceva parte marginalmente. Secondo alcuni valdostani, dopo più di un anno di incontri "Grillo è venuto ad Aosta a fare il suo discorso solo il giorno prima del referendum".

Ed ora ecco gli sballamenti più belli:

Primo sballamento

La prima fonte di informazione dei grillini non è internet, bensì la televisione.



Chi l'avrebbe mai detto, eppure le presenti schede ci fanno vedere che, tranne a marzo 2012, tutti gli altri mesi la TV risulta il principale mezzo attraverso il quale si informano, seguito da giornali e in secondo luogo internet. Ad onor del vero, va detto che se lo si compara con gli altri partiti il M5S fa uso maggiore di internet. Ma il web rimane sempre in secondo piano rispetto la Televisione. Probabilmente gli attivisti usano il web ma gli elettori vengono ancora attirati dalla presenza di Grillo in TV. Presenza tra l'altro mono-direzionale visto che finora Grillo non è mai andato ad un dibattito ma è stato sempre trasmesso mentre faceva monologhi.

Guardando la seconda scheda vediamo una bassissima percentuale di discussione politica. Molto assurdo per un partito che proclama la democrazia partecipativa.

Mi ero completamente sbagliato. Pensavo che i fanatici grillini fossero degli esaltati che si informassero guardando soltanto le cazzate che spara Byoblu su youtube, invece pare che dopotutto la TV la vedono, e come se la vedono.

Secondo sballamento

Questa è bella. Nonostante il M5S dal 2012 peschi voti dall'elettorato di centro-destra e dalla Lega, alla domanda: «Indipendendemente dal suo voto alle elezioni, lei personalmente si definirebbe di...», il risultato ci dice che i grillini si definiscono elettori di centro-sinistra.



Vorrei raccontarvi l'aneddoto di quella volta che trovai, non uno ma due, soggetti che sostenevano di essere di sinistra ma di votare La Lega Nord. Giusto per farvi capire che sì, al mondo esistono persone che pensano di essere x ma in realtà sono y. Convintissimi.

Ma non ve lo racconterò perché sarebbe una vicenda personale senza riscontro scientifico. Esiste un'altra spiegazione.

Secondo alcune ricerche di marketing politico, negli elettori prevalgono certi fattori o preferenze ricorrenti per i propri candidati rispetto la loro personalità, e queste preferenze differiscono a seconda dell'orientamento del elettorato.

Ad esempio, gli elettori di destra spesso preferiscono un candidato con energia, capacità di imporsi, disciplina, senso del dovere. Mentre gli elettori di sinistra preferiscono l'altruismo, la cooperazione, apertura mentale, progressismo più che conservatorismo.

A farci caso, in Beppe Grillo si possono trovare entrambe queste qualità. In modo estremamente curioso. Pare che nei modi lui abbia le qualità del candidato di destra, mentre per quanto riguarda i contenuti, parli di tematiche attinenti a un candidato di sinistra (con eccezioni meritevoli, ad esempio questione immigrazione).

Ne consegue un personaggio che in modo energico e dittatoriale urla discorsi altruisti e "aperti mentalmente". Un comico che mette a rischio la sua carriera per gli altri, e altruisticamente detta regole e si arrabbia con chi non ubbidisce. Così all'improvviso, secondo i discorsi di Grillo, bisogna usare energie rinnovabili perché sì, e bisogna farlo subito senza tante discussioni. Sì e basta porcaputtana.

È una contraddizione grossa, è ironia pura. Ma a quanto pare funziona, e quindi abbiamo elettori che si considerano di sinistra ma seguono un leader di destra. Per cercare di fuggire a questa contraddizione ho già scritto che non bisogna concentrarsi nei contenuti dei suoi discorsi, ma nei modi in cui Grillo ci si pone. È l'unica via per identificare la sua forma politica. La sua e quella del M5S. E non mi riferisco soltanto ai modi in cui parla ma ai modi in cui gestisce il movimento dall'interno.

Terzo Sballamento

Stando al M5S non c'è più bisogno di partiti o leader, ma allo stesso tempo la leadership di Grillo è riconosciuta in una maniera molto forte da parte dei grillini. Anzi, all'improvviso pare che secondo il 77% del suo elettorato c'è bisogno di un leader forte.


Intanto potremmo liquidare una contraddizione del genere sostenendo che è il risultato di un fanatismo verso il loro leader degno di un fanboy di Apple. Cosa che penso in parte, e su questo punto il Dottore Usaghi si è già espresso descrivendo l'esperienza mistica sul campo ne La Fenomenologia della Grillosità Dilagante.

Tuttavia, questo «paradosso insanabile» potrebbe spiegarsi nel paradosso stesso di Grillo nei confronti del movimento, ne parla anche Giuliano Santoro in Un Grillo Qualunque.

La particolarità del loro leader sta nel fatto che lui "non si candida" - due anni fa avevo scritto "ci mette la faccia ma si para il culo", per rendere meglio l'idea -, il che significa che il M5S non ha un candidato premier.

Quindi sebbene a tutti gli effetti il leader del M5S è Beppe Grillo, formalmente loro non hanno un "leader" che prenderà le redini in modo "istituzionale". Altra caratteristica che potrebbe portare in cortocircuito qualcuno se non fosse che non dovremo mai scordarci che Grillo ha più potere di qualunque iscritto. E ciò è dovuto al punto 3 del loro non-statuto, che gli concede - grazie al copyright - la possibilità di decidere chi può e chi non può rappresentare il M5S.

A quest'ultima contraddizione possono risponderci che Grillo detiene i diritti per proteggere il movimento, che lui sia solo un "portavoce o megafono" e il copyright sia necessario. Ma queste sono solo motivazioni. Il fatto incontestabile è che nel Movimento 5 Stelle lo slogan "uno vale uno" è falso dato che Grillo possiede più potere di chiunque altro.


Fonti
- Tutte le slide e le tabelle sono del libro "Il partito di Grillo" edito da Il Mulino, di Piergiorgio Corbetta e Elisabetta Gualmini. Pubblicate sul Huffington Post Italia.
- La foto "Populist Art" è opera di Lino Bansky, l'artista di streda.


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