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Nel nome del Casaleggio, Beppe Grillo e il Blog Santo

Grillo-Casaleggio-M5S

Su uno sfondo naturale spoglio, simboleggiante l'alba della politica, sta semidistesa la figura giovane e atletica di Beppe Grillo, il quale, privato da indumenti a causa della fallimentare biowashball, si trova su un pendio erboso, quasi sul ciglio di un abisso, egli fa per sollevarsi da terra, tendendo un braccio verso il Casaleggio, che si avvicina in volo entro un nimbo grillino. Casaleggio, con la veste purpurea, è circondato, secondo la tradizione del Movimento, da un gruppo di attivisti, ma al posto degli stereotipati serafini e cherubini, l'Anonimoconiglio rappresentò delle figure reali, impegnate in uno sforzo come per sollevare la grossa intelligenza manipolatrice del Ubiquo e composte in varie attitudi e atteggiamenti trolleschi. Il gruppo grillino è inserito in un grande manto violento, gonfio di rabbia, che abbraccia il Casaleggio e gli attivisti con una curva dinamica, che ricorda una conchiglia (qualcuno ci ha letto la forma di un cervello umano, che sottolineerebbe al concetto di "idea" divina, ma è probabile che l'Anonimoconiglio volesse simboleggiare l'idea di cozza, intessa come sinonimo di cesso, fucina di troll). - fonte Wikipedia.

Se Casaleggio è il creatore, Grillo il figlio che scende verso il basso per metterci la faccia e il Blog lo strumento attraverso cui diffondono il loro messaggio, allora il M5S non è altro che una associazione ecumenica. E non è un caso se la parola ecumenico è stata usata dallo stesso messia Grillo nell'affanno di convertire i fascisti di CasaPound al Movimento: "Questo movimento è ecumenico". L'unica differenza è che al posto di amen, dicono fanculo.

George Carlin, noto satiro statunitense, disse in un suo spettacolo che la scelta della Chiesa Cattolica di avere 10 comandamenti al posto di 7, 9 o 11 era una scelta legata al marketing. 10 è un numero tondo, ispira rispetto. In sostanza, per Carlin la Chiesa fu una delle prime associazioni che fece uso di pratiche di marketing per controllare le persone. Ecumenicamente parlando.

Avevo già accennato nel post scorso che se esiste un partito in Italia che applica tecniche di marketing nuove, quello è il Movimento 5 Stelle, e il risultato di queste elezioni mi ha dato qualche conferma al riguardo. È da circa un mese che ho scritto gli appunti su cui è basato questo articolo.

Premessa: Sfatare i miti


Vi avverto, questo post parte da poche premesse oggettive, ma arriva a conclusioni di tutt'altro genere. Sono convinto che dietro la macchina politica creata da Casaleggio e Grillo non c'è nessuna democrazia dal basso, ma azioni di marketing elettorale mirate. Forse è il caso di de-costruire alcuni miti e analizzare lo strano rapporto comunicativo del M5S, sopratutto in relazione ai Mass Media tradizionali. In breve questi sono i punti chiave, su cui ci dilungheremo più avanti:

  • Il M5S non è nato spontaneamente dal basso: Esso è un prodotto ben ragionato. Il M5S ha sede in un blog proprietario che appartiene a Beppe Grillo, gestito dalla Casaleggio associati, possiamo addirittura consideralo un luogo-virtuale-azienda, a dimostrazione del fatto che non è istituzionale ma privato il sito è pieno di pubblicità. Inoltre il M5S è "cliente" di piattaforme private e a pagamento come Meetup.

  • Il M5S non ha vinto grazie al passaparola in rete, ha vinto come qualunque altro partito ancora grazie ai mass media tradizionali che hanno letteralmente rincorso Beppe Grillo, procurandoli estrema visibilità.

  • Il M5S ha una struttura verticale. A tale conclusione ci si arriva partendo dal loro Statuto: in base al punto numero 3 Grillo detiene il copyright del contrassegno e nome del movimento, lui, e soltanto lui, ha il potere di vietarne l'uso a chi vuole. Quindi non esiste il "uno vale uno" al suo interno, e siccome tale Statuto è stato scritto da Grillo e Casaleggio, entrambi verranno posizionati al vertice

  • Il M5S va distinto dal vertice, ma è impossibile distinguere la base. A Giugno dell'anno scorso scrissi che, per quanto sia difficile, bisognerebbe distinguere tra i volontari del Movimento 5 Stelle - di cui non metto in discussione la buona volontà - e Grillo e Casaleggio. Ciò che è impossibile è distinguere la "base", al suo interno c'è di tutto, ed è qui dove si trovano le contraddizioni latenti che la retorica "destra e sinistra sono uguali" potrà coprire fino a un certo punto.

Segnalo che pochi giorni fa, Dino Amenduni ha condiviso delle interessantissime slide in cui spiega il successo del M5S. A mio parere il meglio si trova nei punti 2 e 5, ma non concordo in quel che lui considera il "capolavoro" politico del M5S.

A mio avviso, il "capolavoro" è comunicativo e non politico. Il processo messo in atto dai vertici del M5S prevede una disintermediazione (lo scavalcare tv e media), e tutto ciò rientra nel frame che accomuna i giornalisti con la casta. Ma il vero grimaldello comunicativo di Casaleggio è l'essere riuscito a dettare le condizioni comunicative ai mass media tradizionali imponendo ai propri attivisti – nel modo più autoritario possibile - di non dialogare coi media, e riuscendo allo stesso tempo a convincere gli stessi che tale scelta è una faccenda di democrazia dal basso.

In sostanza, ciò che funge da collante e nasconde le contraddizioni all'interno del movimento non sono le posizioni di destra e sinistra insieme, ma l'utilizzare Beppe Grillo, sia come portavoce e quindi come leader esterno, sia come parafulmine, in modo da eclissare qualunque altra voce all'interno del M5S. Mi spiegherò più avanti .


Personalizzazione in politica

Oggigiorno, per vincere un elezione democratica nei paesi occidentali, vengono applicate tecniche di marketing politico. Anche quando un politico ci sembra spontaneo e autentico è molto probabile che dietro si nasconda un piano comunicativo ben curato. A meno che non si parli di Gasparri, lui è così e non ci può fare niente poverino.

Ai nostri giorni il politico diventa un prodotto da vendere, il cittadino viene visto come un consumatore - cosa già accennata nel post scorso - e il suo voto viene considerato la moneta con cui acquisterà il candidato.

La prima tecnica utilizzata è la costruzione e vendita del candidato politico, anche chiamata «packaging». Per vincere l'elezioni il fattore personale è più efficace. E solo le persone possono essere trasformati in personaggi mediatici.

Cos'è un personaggio mediatico? Colui che ha fama e celebrità, e gode quindi dell'attenzione dei media. Inutile dire che chi è già celebre parte avvantaggiato. Facciamo qualche esempio:

  • Ronald Reagan, famoso attore, diventato presidente negli anni 80 negli USA
  • Berlusconi, imprenditore proprietario di canali di televisione e giornali in grado di garantirgli attenzione mediatica, diventato premier nel 1994 in Italia, con tecniche molto simili a quelle usate da Reagan nel 84.
  • Beppe Grillo, attore e comico famoso, personalità mediatica che in questa campagna elettorale ha fatto un tour di dimensioni enormi (come quelle che ha fatto Berlusconi nel '94), riempendo piazze grazie al suo carisma.

Perché le democrazie occidentali hanno preso questa piega?
Perché le persone suscitano reazioni emotive. Gli elettori trovano nei candidati il punto di riferimento con cui si fanno un opinione del partito. I soggetti sono meno astratti di programmi, ideologie e simboli, ed è il motivo per cui chi vota il PD ha in mente Bersani, chi vota SEL ha in mente Vendola, chi vota il PDL ha in mente Berlusconi. È la politica che si è adeguata alla logica dei media.

Da tale logica non è esento il M5S, anzi, è il partito che più ne fa uso, e chi lo vota ha sempre in mente Beppe Grillo, un soggetto, una persona che «vende» meglio del logo e il Movimento.

È chiaro che quando arriviamo alla figura del leader del movimento ci troviamo come sostiene Giuliano Santoro - autore di Un Grillo Qualunque -, nel paradosso del paradosso.


In Principio fu il verbo

Siccome Grillo non è un candidato, pur restandone il leader, il potere viene pilotato da un punto esterno al parlamento. Gli attivisti grillini sono subalterni a Grillo o comunque eclissati da lui.

Perché? Perché il potere e lo status di leader in Grillo derivano dalla sua condizione di portavoce. Nel marasma contraddittorio le decisioni aspetteranno a colui che scriverà sul suo blog proprietario il da farsi, mettendo tutti, apparentemente, d'accordo.

Eclissando la base debole e numerosa, il vertice del M5S possiede il controllo della parola, e si sa, in principio fu la parola.

C'è solo un ostacolo a questa situazione, l'articolo 67 della Costituzione. Esso garantisce libertà di vincolo al parlamentare, e quindi gli toglie potere. Ma ciò non sarà un grosso problema finché il vertice M5S riuscirà a rilasciare i suoi dittami oscurando la base.

Grillo continuerà ad eclissare gli altri come ha fatto finora, la sua condizione di portavoce esterno e non candidabile fa sì che l'attenzione si concentri su di lui facendolo diventare un parafulmine di critiche.


Conseguenze del Leader Parafulmine

Ricapitolando, la condizione di Grillo è triplice. Qual è la conseguenza della sua natura di portavoce esterno » leader » parafulmine? A mio avviso questa:

  • Qualunque attacco a Beppe Grillo risulterà nullo per l'immagine del M5S verso il suo elettorato.

Nel momento in cui Giannino viene accusato di non avere un master e una laurea, la sua credibilità scende a picco pari passo a quella del suo partito "Fare", proprio perché il suo partito era basato su una credibilità derivata dalla competenza in materie economiche e oggigiorno dire "ho un master in economia" per l'opinione pubblica è credibile. In sostanza, l'attacco all'immagine di Giannino segna il destino del suo partito. Succede lo stesso con Grillo? No.

L'elettore che sa che lui non finirà in parlamento non se ne preoccupa. Eppure, In che modo il M5S si è procurato copertura mediatica? Grazie alla fama e al personaggio di Grillo. Grazie alla copertura mediatica ottenuta chi non conosce il M5S ne viene a conoscenza.

Quindi il detto "si parli male o bene purché se ne parli" vale ancora più che nel caso di Berlusconi.

Anzi, è importante che la personalizzazione in politica venga concentrata nell'immagine del Leader esterno: I pregi di Grillo favoriranno l'immagine del movimento, i difetti verranno addossati solo a lui.

Più personali saranno le critiche che riceverà e meno effetto negativo sortiranno verso l'immagine del M5S, sopratutto verso il suo elettorato. Anzi, appellandosi alle critiche personali Grillo potrà fare la parte della vittima sacrificale, colui che ci mette la guancia e rincasa i colpi. Casaleggio perdonali per quello che fanno. Ciò che bisogna sottolineare è che tale dinamica concede alla creatura di Casaleggio una garanzia senza precedenti.

La regola niente TV

Il successo dell'immagine del M5S in Tv e media tradizionali deriva dalla ferrea regola imposta dal vertice Grillo e Casaleggio di non partecipare a trasmissioni televisive o interviste.

Credo che se di "rivoluzione" bisogna parlare, questa non è di tipo politico, ma di tipo comunicativo, e consiste nell'aver costretto i media a seguirli, a rincorrerli letteralmente, facendo in modo di controllare mezzo e forma comunicativa grazie ad internet.
"io non rispondo alle vostre domande - dice Grillo ai giornalisti - io ho il mio blog, scrivo lì"
Nel momento in cui Grillo si rifiuta di andare in televisione, è la Televisione ad andare da lui. Dopotutto i mass media hanno bisogno di procurare informazione ai suoi spettatori. Lo fanno sia per motivi legali - par condicio - sia per motivi di interesse in termini di share.

La posizione verso i media, e in particolare verso la televisione italiana, è molto subdola e ipocrita. Quando i media non parlano del M5S si urla al complotto e si accusa tv è giornalisti di essere servi del sistema, ma se i media concentrano l'attenzione sul M5S vengono ignorati sostenendo che nessuno gliel'ha chiesto, comunicando attraverso i propri mezzi internet e facendosi inseguire costantemente. (Esclusi ovviamente i media stranieri poiché hanno un'influenza e una risonanza minore sull'opinione pubblica italiana, e perché fanno fare bella figura all'estero.)

Il problema è che rincorrendo Beppe Grillo i media si limiteranno a trasmettere solo e soltanto il suo monologo senza contraddittorio.

È un fattore estremamente importante perché così facendo le contraddizioni e le critiche che troviamo in rete a proposito del M5S non verranno riportate quasi per niente dai media. In un paese come l'Italia ciò significa che una grossa fetta di popolazione riceverà soltanto il messaggio che il vertice del M5S vuole che riceva. Ricordiamo in proposito che secondo la ricerca del Istituto Cattaneo il 71% degli elettori di Grillo si informa principalmente in TV.

lo zelo con cui si custodisce questa regola di "non dibattiti televisivi" si vede nella fine che hanno fatto le persone che hanno infranto la regola. Grillo le ha vietato l'uso del contrassegno di sana pianta, ad esempio Favia e Federica Salsi. Il zelo si vede nel codice di comportamento parlamentare, "Evitare la partecipazione ai talk show televisivi".

Come far si che l'imperativo risulti "ragionevole" per gli attivisti? Il vertice del Movimento include giornalisti e stampa all'interno della fantomatica “casta”, dove vengono raggruppati i colpevoli della situazione attuale. 

In realtà è imprescindibile, per il vertice aziendale M5S, di non avere altra immagine all'infuori di Grillo. Permettere che un candidato minore vada in Televisione comporta una perdita di controllo e il rischio di mettere in luce le incredibili contraddizioni che ha il M5S stesso.

Il fatto è che così come Berlusconi piombò nel '94 con il suo modo di fare politica "nuovo" per il sistema italiano, e costrinse ai partiti avversari ad adeguarsi al suo format politico-televisivo, ho ragione di credere che allo stesso modo Grillo costringerà agli altri partiti a rapportarsi coi nuovi media in un modo diverso. Ad adeguarsi allo standard imposto da Grillo. Ed è anche uno dei motivo per cui scrissi, più di un anno fa, che Grillo è il "nuovo" Berlusconi.

Il Nuovo che è avanzato

Tuttavia, di "nuovo" in politica, c'è ben poco. Ad iniziare per il discorso post-ideologico di cui già due anni fa avevo accennato le similitudini qualunquiste, simili al pragmatismo del fascismo, ancora più vecchie del discorso di Hitler che va tanto in voga in questi giorni (di cui non si è capito se sia un fake).

Nonostante i contenuti di sinistra, il movimento utilizza modi di destra, come hanno già fatto notare i Wu Ming, il vertice M5S porta avanti dei frame - degli schemi di pensiero - che attribuiscono la colpa delle disuguaglianze a un capro espiatorio, in questo caso: la casta.


È così che il vertice M5S genera la contrapposizione "noi" e "loro", dove "loro" sono il male, i servi del potere, da attaccare con rabbia, da mandare a casa, mentre "noi" siamo il bene che prenderà il loro posto per una nuova era, "il M5S cambierà il mondo" ha detto il messia Grillo alla BBC pochi giorni fa.

Trovo che non ci sia retorica più pericolosa di quella populista in nome di un cambiamento epocale che parte da premesse fascistoidi.

Antidoti?

Non sono bravo a offrire soluzioni. Forse, per combattere la retorica ecumenica della Chiesa a 5 Stelle dovremmo essere molto "pagani". Dovremmo chiederci, di volta in volta, quanto sia efficace criticare il personaggio di Grillo e concentrare le attenzioni su di lui. Dubito che Zeus butti le sue saette verso i parafulmini degli edifici. È molto probabile, invece, che punti alle fondamenta, che trovi qualche contraddizione interna e la metta allo scoperto.

Non possiamo sapere con certezza come farà il vertice del Movimento a controllare la base. Forse la pressione che di solito fanno i media, che tanto il M5S ha attaccato, provocherà l'apertura del vaso di Pandora, e molti potrebbero ricevere la sorpresa di trovare soltanto la speranza, sola e disperata.

E magari a quel punto chi ha votato il M5S si renderà conto di essere stato fregato, si rimprovereranno l'uno l'altro e si scorderanno di averlo votato.



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