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Libera Nos A Riotta

"diciamo che metto le virgolette un po' dove cazzo mi pare"
- Concita De Gregorio* 

Ciò che leggerete a continuazione è il Log dell'incontro extra-ordinario della CCB (Confraternita dei Cupi Bloggers). La CCB ha il compito di combattere ogni giorno contro l'autoreferenzialità dei blogger mainstream, contro le blogstar snob e le twittstar del consenso bigotto e democristiano che imperano imperturbate in questa bolla digitale sempre più somigliante al paese reale, un paese di Andreotti rivalutati dopo la morte e governi Letta tanto cari ai redattori di Europa. Noi siamo anonimato e tenebra scomoda, noi siamo i troll che non fanno eccezioni; temete, amici di Beppe Severgnini.


Come al solito l'incontro viene svolto in un posto isolato e abbandonato, dove si effettua una connessione intranet, anche chiamata LAN Nera. La quantità inimmaginabile di droghe e alcool assunto per l'occasione mi impedisce di ricordare se alcune cose siano vere o se siano archetipi prodotti dalla mia immaginazione perversa. Inutile dire che ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi forse vero, forse no, chissà. A voi la distinzione. Buona lettura.


***

—  È con immenso piacere che vi ritrovo finalmente tutti sotto lo stesso tetto. Cari Fratelli e Sorelle del ueb: Cupi Blogger, Nullafacenti mascherati, Irresponsabili Del Web (IDW), Anonimi Conigli, Troll di Vecchia Data (TVD), Hacker Perditempo, Cracker, Lega Meridionale dei Troll, vi ringrazio per essere qui. Sono davvero lieto di trovarvi bene.

Prima di incominciare urge un rito oscuro per cacciare via la luce e la bontà del Riotta, che si nasconde sotto ogni angolo di questa blogosfera oscura e desolata, abbassate le luci, prego Vinicio... — 


I tavoli dove abbiamo appoggiato e collegato i computer sono stati disposti ad U, di modo che tutti potessimo vederci in faccia. Il Maestro cammina dietro le nostre spalle, sulla parete c'è un telo dove viene proiettata in loop l'intervista di Andrea Diprè a Sasha Grey. Dopo qualche secondo di silenzio entra nella stanza Vinicio Capossela. Indossa una maschera da Minotauro, trascina in malo modo una gabbia che contiene un gallo nero, si ferma al centro della stanza, apre la gabbia e pronuncia la formula di rito:

«Sebbene Riotta sia luce, che prorompe dalla tenebra, noi siamo tenebra, che prorompe dalla luce; feccia nera, sangue di gallo versata, benarrivata sia la nostra impresa al cospetto dei paladini, bianchi di opaco colore, pallidi di perlata mela, sia d'ispirazione a noi l'odore acro dell'erba bruciata e la lama di ferro e ruggine - Vinicio punta il coltello verso il gallo che incomincia a strillare -. Dal cuore dell'ombra io ti trafiggo, in nome dell'odio io vomito su di te il mio ultimo respiro! Legato a te, dannata balena!»

Dopo un breve silenzio Vinicio prende il gallo sgozzato con la mano sinistra e percorre tutti i computer cospargendo di sangue i monitor, nel farlo scuote con la mano destra un bastone pieno di zampe imbalsamate al canto della sua celebre canzone "Brucia Troia".

Una volta finito tutti quanti ci affrettiamo a pulire i monitor chiedendoci se sia davvero necessario un rituale del genere e senza neppure porci la domanda se il discorso di Vinicio abbia un senso, diamo ormai per assodato che il suo sia puro nonsense. Tuttavia il Gran Maestro non transige, e in fondo nessuno ha voglia di domandarglielo. Vinicio è ormai di casa, abita in questo scantinato, ci offre lo spazio e la connessione e quando finisce la sua liturgia si accascia in un angolo della stanza e mormora cose senza senso.

Il Gran Maestro si posiziona vicino alla gabbia, ora vuota, e inizia a parlare.

— Siamo qui riuniti, in questa LAN Nera, per discutere di quello che ai miei occhi diventa sempre di più, e con decisiva insistenza, l'annoso problema degli analfabeti digitali al governo e nella stampa mainstream, che rappresentano un danno per tutti noi e in fin dei conti per il nostro ecosistema fatto di gattini e lulz, anche conosciuto come Internet. Se siete pronti entrate nel canale chat privato. Per chi fosse arrivato tardi la password è: EzioMaurociharottoilc4zzo; Aggiungetevi nel vostro blogroll a vicenda. Ho commissionato un rapporto esaustivo sulla faccenda Boldrini a TrollDeiMieiCojoni, prego... —

A rapporto Gran Maestro, la ringrazio per l'opportunità, ecco il mio dossier: —

Dossier di TrollDeiMieiCojoni: 


Boldrini e l'Anarchia dell'Ueb


L'onorevole Laura Boldrini, laureata in Giurisprudenza presso la Sapienza Università di Roma nel 1985 con una tesi (voto 110) sul diritto di cronaca, nonché ex portavoce dell'ONU, disse quello che a mio parere possiamo definire delle incredibili bestialità per quel che riguarda la libertà di espressione in rete. Ad aggravare la situazione il titolo della sua intervista riporta parole, che per quanto fossero virgolettate, non sono state pronunciate dalla Boldrini.


Tale particolarità ha permesso la Boldrini di difendersi 36 ore dopo sostenendo che lei non aveva mai parlato di "anarchia del web" e non si era mai auspicata una "legge speciale". Tuttavia, al di là del fatto che per alcuni il titolo possa essere ritenuto una fedele semplificazione delle parole dell'On, resta il fatto che le sue dichiarazioni suscitarono curiose conseguenze:

  • L'On Pietro Grasso, Presidente del Senato della Repubblica, nonché magistrato, e quindi, presumo, esperto di diritto, dichiarò «Le leggi che proteggono dal Web… beh, quelle effettivamente le dobbiamo assolutamente ideare», anche lui svariate ore dopo rettificò l'irrettificabile sostenendo che non è mai stato sua «intenzione auspicare in alcun modo interventi che limitino la libertà, non ho mai invocato censure, bavagli o “leggi speciali” come da più parti è stato scritto.»

  • « [...] le peggiori porcherie che sul web si scatenano facilmente considerato l’anonimato» a parlare è Alessandra Moretti, politica italiana, per la cronaca laureata anche lei in giurisprudenza con tesi 110 lode ad Urbino. Altre folle dichiarazioni dei politici potete trovarle sul post del Nichilista

  • Il giornalista Beppe Severgnini scrisse un editoriale in cui spiega per filo e per segno perché la rete sia un giocatolo troppo importante per lasciarlo in mano agli "irresponsabili del web". Su questo punto rimando allo splendido lavoro del compagno Captblicero che scrisse un post sull'argomento; compagno tra l'altro assente in questa sede poiché, si racconta, pare abbia cercato di vedere il programma Aggratis per intero e non ce l'abbia fatta. 

  • Nel frattempo, si è deciso per l'oscuramento a prescindere. È stato oscurato un sito per il solo fatto di riportare la foto incriminata, nonostante avesse smascherato la bufala sulla finta immagine della Boldrini nuda.

  • Blogger femministe fecero notare come il dibattito si concentrò soltanto sulla tematica della libertà in rete e non sul cyber-stalking subito dalla Boldrini. Ora, per quanto ciò possa essere vero, la responsabilità maggiore è di chi ha redatto tale intervista, incentrata sopratutto nella tematica dell'anarchia sul web, cosa che conferma il titolo, cosa che confermano le reazioni suscitate. A dimostrazione del fatto che, secondo il sottoscritto, a Concita de Gregorio fregano di più le visite sul portale. 

  • Arriva la parte più bella: approfittando della situazione La Polizia postale annuncia l'avvento delle Volanti Virtuali che verranno azionate dal 113 pensato per i nuovi reati della rete, è tutto spiegato sul blog di Gad Lerner, ecco i passi salienti: 

«il comandante della Polizia postale e delle telecomunicazioni, svela al “Corriere della Sera” il nuovo piano per contrastare la crescita di questa nuova tipologia di reati. “Pensate alle volanti che girano per le strade. Ecco, funzionerà così. Nasceranno delle volanti anche per Internet, la polizia girerà sul web e monitorerà i social network pronta ad intervenire contro gli abusi, le diffamazioni, i falsi profili… »

«Dobbiamo confrontarci con una nuova criminalità specializzata, organizzata e transfrontaliera che può contare su scienziati matematici in Cina e nei Paesi dell’ex Unione Sovietica capaci di concepire virus efficacissimi. [...] Questi criminali del web sono sempre più bravi a infettare computer e telefonini, hanno scoperto armi micidiali come il virus Zeus e il BotNet, Robot Network, con cui possono controllare milioni di apparecchi, intere “mandrie”…»

Ecco gli effetti del Virus Zeus con azione transfrontaliera e algoritmi provenienti dell'ex URSS:



Fine del Dossier.


Cosa significa tutto questo Gran Maestro? È stato per caso una manovra politica di buttare il sasso per testare il terreno, con successivo passo indietro? Oh gran Maestro ci dia le sue delucidazioni, dobbiamo preoccuparti di queste Volanti Virtuali? —

Calma. Le vostre preoccupazioni contengono senz'altro un velo di verità. Non possiamo dire con certezza se fosse un piano ben congegnato, tutt'al più mi sembra di capire che l'analfabetismo digitale regna laddove risiede il potere. Credo invece fermamente che questo parlare a sproposito e poi correggere il tiro abbia dato l'assist a chi era in posizione e non vedeva l'ora di attuare il suo piano di controllo, le Volanti Virtuali ne sono un chiaro esempio. 

Fossi in voi non mi preoccuperei eccessivamente di comandanti della polizia che ipotizzano criminali virtuali super potenti. Non so se sia peggio il comandante o Byoblu che sostiene di essere l'inventore dei blog, nonché l'inventore di Ajax.  —

Tutti, persino Vinicio Capossela, scoppiammo in una sonora risata al sentire le parole Byoblu e Ajax nella stessa frase.

— Tuttavia, cari accoliti, vorrei porvi il seguente quesito: e se il problema non fossero le leggi e le volanti, e se il problema fosse Riotta? — 

Il silenzio si impadronì della stanza.

Cosa intende dire Gran Maestro? L'influenza del benigno è arrivata persino a questo punto? —

Cari fratelli di oscurità, le vie del Riotta sono infinite. Non possiamo sapere sin dove si spingerà, non possiamo sapere fino a che punto la sua luce possa coprire la blogosfera. Quello che so di certo è che le coincidenze in questo ultimo periodo son un po' troppe. —

— Si spieghi meglio Gran Maestro. —

— Senz'altro... Come ben saprete l'Italia è un paese dove va bene che piccoli writers in erba possano essere trattati alla stregua di una "associazione a delinquere" - il che, per quanto non mi piacciano i semplici tag sui muri, trovo parecchio esagerato - e nel frattempo un soggetto come Andreotti venga rivalutato positivamente dopo la morte.

Italia è un paese perbenista e democristiano, e così lo è la sua classe politica. I media, siano essi "old" o "new" seguono interessi estremamente mischiati alla politica. Ne è la prova il fatto che pochi giorni fa il Corriere Della Sera sia stato condannato per diffamazione nei confronti della presidentessa argentina ma nessun giornale italiano abbia riportato la notizia.

E così, un bel giorno, i politici cercano di spingere l'opinione pubblica a fare una legge speciale, questa volta in nome della lotta al cyber-stalking. Vi domando, in un panorama del genere quali potranno essere i risvolti futuri? Credete davvero che tengano a cuore certe tematiche?

Non mi meraviglierei se per contrastare il femminicidio e sensibilizzare il web Concita de Gregorio pensi di lanciare una campagna per la colonna destra di Repubblica. Questa volta però niente post-it, sono passati di moda, al suo posto chi si fa la foto dovrà tenere in mano un gatto, in stile Alemanno. La campagna potrebbe uscire a giorni con il nome UGCP "Un Gatto Contro il Patriarcato". L'idea è talmente pessima che potrebbe avere l'approvazione di Beppe Severgnini e Anna Masera. Come cigliegina sulla torta Adriano Celentano dovrebbe farci un format televisivo.

Queste sono le campagne che servono a internet e all'Italia. Chiunque vi si opponga è un Irresponsabile del Web. Ed è qui dove arriva la luce del Riotta.

Sottolineo ora che quando diciamo Riotta, in questa sede, non intendiamo parlare della persona "Gianni Riotta" che non abbiamo il piacere di conoscere, bensì dei concetti e delle idee sul giornalismo e il web che egli rappresenta. Esse stano a delineare la parte più buona e luminosa del giornalismo italiano, quella che combatte ogni giorno le forze oscure del male e si sacrifica per noi, che cerca di indirizzare l'opinione pubblica sotto gli interessi dell'Italia delle startup. Vorrei citarvi le frasi del suo ultimo editoriale per chiarire meglio il concetto: —

Regolare il web sembra dunque indispensabile, perché nessun Far West resta senza steccati, sceriffi e bounty killer per sempre.

— Come vedete il pensiero del Riotta è deciso e ben definito. Ancora più di quello di Severgnini. —

Oggi l’esercito israeliano e Hamas si insultano a vicenda su Twitter, portando l’odio in tasca a ciascuno di noi. Altro che Paradiso online! 

— Questo passaggio ci fa capire il sacrificio del Riotta. Egli, nonostante combatta ogni giorno il bene, porta una incredibile quantità di odio nelle sue tasche, odio fornito dall'esercito israeliano e di hamas, ma chissà da quanti altri anonimi che gli scrivono su Twitter. È dura portare odio nelle tasche. —

Il web non è arma del Male o Scudo del Bene: è il campo di battaglia tra Bene e Male, tra democrazia e populismo irrazionale. La repressione serve in casi estremi ma giorno dopo giorno ci serve una paziente opera di persuasione. Con l’umile consapevolezza che tanti lavoreranno contro e che, a guardare il web di oggi, non ci appare affatto un vincitore certo. Per vincere contro grassatori, razzisti, violenti online una legge non basta, servono intelligenza, forza d’animo e amore per la rete e la giustizia

— Vedete, cari cupi blogger, come potete avere un pensiero critico verso una idea che è motivata dall'amore per la rete e la giustizia? Credete che ci basterà l'ironia effimera e sterile? Prima dobbiamo capire che in fondo, agli occhi dei portatori di Bene, forse il problema siamo noi

Finché ci sarà una persona che criticherà le campagne dei post-it di repubblica il Male non sparirà e giornalisti come Gianni Riotta non potranno twittare in pace. Nella dicotomia tra il Bene e il Male dovete scegliere da che parte stare, e se siete blogger anonimi state pur certi che non avete amore per la giustizia. 

Ordunque il compito che vi do per questo fine settimana è avvicinarsi al Riotta. Sì. Per emanciparsi dal suo pensiero dovrete prima conoscerlo bene, dovete capire le sue prassi, la logica della ragione severgnina che c'è dietro ogni sua mossa. Dovete capire che il problema non è la sua pretesa di voler combattere una costante battaglia tra il Bene e il Male nella Rete, il problema siete voi, che siete dalla parte del Male. Solo interiorizzando il Male e voltando le spalle alla responsabilità riusciremo a imperare l'anarchia nella Rete.

E ora, per congedarci, vorrei recitare il canto Diprè Nostro. Alziamoci in piedi:


Diprè nostro, che sei nel web,
sia certificato il tuo nick,
sia fatta la tua veritas, come nel cloud così nell'offline.
Dacci oggi il nostro video quotidiano,
rimetti a noi i nostri commenti
come noi li rimettiamo ai nostri troll,
e non ci indurre in tentazione di spam,
ma liberaci da Riotta.
4men.


***

Nel tornare a casa pensai ripetutamente alle parole del maestro, rimasi molto colpito nello scoprire che forse il problema sono io. Forse il problema siamo noi blogger anonimi che vogliono usare internet solo per ridere, che vogliono l'anarchia del web, che non capiscono il lavoro incessante fatto da Severgnini, Riotta e tanti altri personaggi celebri come nomfup, Anna Masera, Riccardo Luna e il suo esercito di startup, Gasparri e... Gasparri. [Edit: Mentana! che dopo l'uscita di questo post decide di andare via da twitter invocando una "strage di Ribaldi col nickname"]


Analisi di un tweet, Il Riotta Redentore

15 Aprile, Boston, 14:50 ora locale. In Italia sono le otto e cinquanta di sera.
Una bomba scoppia alla linea di traguardo della maratona. Uccide due persone e provoca numerosi feriti, le prime immagini iniziano a girare sui social media all'istante. Numerose le ipotesi e congetture su chi sia stato, perché e come sia andata.

Circa due ore dopo, alle 22:16 italiane, il giornalista Gianni Riotta pubblica il seguente messaggio su Twitter.




Chissà gente, forse, e dico forse, a Riotta dispiace non essere stato a Boston per poter fare le foto alle gambe tranciate mentre spiaccicava tra i denti un hotdog con ketchup e tra tablet, valigetta e smartphone impostava il filtro seppia su instagram.

Fortunatamente ho smesso di chiedermi come sia possibile che Riotta sia considerato un "guru" del ueb nostrano. Quello che so è che le idee di Riotta non sono per tutti, il suo ultimo libro "Il Web ci rende liberi?" parla ben chiaro, sfido chiunque a dire che incipit come questi non siano per persone di stomaco forte.

E se Riotta fosse un martire del nostro tempo, lui ci insegnerebbe che per arrivare lontano bisogna spingersi ai limiti. Se muore un minorenne tu devi essere pronto a cercare la sua foto su Facebook, se hai molti followers puoi creare una campagna in favore del morto, che col morto c'entra ben poco ma rilancerebbe il Made in Italy. 

In fondo sono davvero grato a Riotta e il suo sacrificio. Il Riotta Redentore incarna il limite stesso di giornalismo, ci dimostra fino a dove può spingersi un addetto alla notizia con un tablet in mano, sino a dove può arrivare un inviato all'estero che sa l'inglese ed ha un account twitter, specialmente quando esplode una bomba da qualche parte nel mondo.

Perché il giornalismo responsabile, che non si nasconde dietro l'anonimato, attento e preparato deve essere pronto a fare associazioni di idee scomode, argute e coraggiose sinapsi, paragoni che aiutino alla narrazione dell'evento, no? Che c'è, vi disgusta pensare che una gamba tranciata da una bomba somiglia tanto a un hot dog con ketchup? Allora non siete pronti per combattere il Male.

*PS: la battuta che apre il post è di @lowerome


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