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#TifiamoAsteroide presenta: Enry Darko

A continuazione il mio umile contributo al progetto "Tifiamo Asteroide" lanciato dai Wu Ming a inizio giugno a cura di Mauro Vanetti e @loulouaubergine. Fa parte dell'ebook gratuito "Tifiamo Asteroide" che non solo vi invito a scaricare, ma anche a leggere, sopratutto per gli altri 99 racconti al suo interno, che sono senz'altro meglio di questo (scritto un sabato notte dall'una alle quattro del mattino, di certo un discreto delirio senza nessuna pretesa). Ciò che hanno in comune tutti i racconti è che finiscono allo stesso modo: con la fine del governo Letta. Ringrazio di già Enrico Letta per l'ispirazione, Gasparri per l'incoraggiamento e mi auguro una fine di questo governo al più presto e col botto. Buona lettura.

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Enry Darko

Enry Darko si sveglia nel mezzo di un campo da golf esattamente alle 7 del mattino del giorno 14 maggio 2013. Sente un odore dolciastro nell’aria e si scopre tutto bagnato per via della brina sull’erba, non sa da quanto tempo è lì, non sa neppure come mai ci sia arrivato. Ricorda soltanto che si trovava nell’abbazia di Pineto con gli altri ministri nel “raduno informale di governo”, aveva bevuto soltanto un sobrio bicchiere di vino quando, uscito a vedere le stelle, Napolitano, stranamente travestito da Coniglio Nero, gli disse «Il tempo scorre, Enry...». Da lì in poi i ricordi sono sfumati.

Tuttavia Enry si dimostra calmo, sorride ed ha un aria rilassata, socchiude gli occhi guardando l’alba quando d’improvviso sente prurito sull’avambraccio e vede la scritta: 50:06:42:12.

48 ore prima,
Enry esce da Palazzo Chigi indossando un abbigliamento casual, camicia a righe, pantaloni grigi e sorriso sereno in volto, tutto in piena norma. Sotto il braccio porta i soliti numeri odierni de «la Stampa» e «Corriere». Si dirige verso l’auto blu, saluta Beatrice Borromeo che passa al suo fianco con aria svampita e non lo riconosce. Enry, a differenza dei suoi ultimi predecessori, non è un personaggio mediatico, non è abituato ai riflettori; dopotutto non voleva trovarsi nella posizione in cui si trova e in fondo, proprio in fondo, non vede l’ora di uscirne, ma una cosa è sicura: vuole uscirne bene. Una uscita quantomeno dignitosa.

All’interno della macchina, come al solito quando è spensierato, immagina scenari diversi di una sua possibile eclatante uscita dal governo. Fantastica. A Enry piacerebbe tanto poter fare come Jack Frusciante, Enry Darko è uscito dal gruppo, titolone di «Europa Quotidiano», editoriale scritto niente meno che dal direttore Stefano Menichini, editoriale in cui vengono decantate le lodi di Enrico Letta, di Pd e Pdl, la cui sola lettura profuma l’aria di status quo eccitando i lettori all’idea del governo di larghe intese e in cui Menichini, con la maestria che lo contraddistingue, riesce ad infilare en passant un «Rodotà merda». Il direttore ci sa fare ed Enry è lusingato di essere uno dei suoi preferiti.

Dopotutto al pd non restava altro che morire o marcire, e ha scelto di svelarsi per quello che è sempre stato: un partito volto a garantire il bipolarismo di piduista memoria, onore a Licio, per un Italia del consenso bigotto, pienamente democristiana. O questo o il fascismo del m5s . Non c’è alternativa nelle istanze del potere italiano. Andreotti, che Dio guardi i suoi ricordi in gloria, ne sarebbe fiero. Ma la vera domanda è sempre la stessa: come si può pretendere dignità da un governo di larghe intese che delude l’elettorato di ambedue le parti? Enry vorrebbe tanto saperlo.

Nel frattempo macchina arriva a destinazione, Enry scende e si dirige verso il punto concordato. I ministri l’aspettano. Sarà una bella gita in abbazia.

48 ore dopo,
Enry viene trovato sul campo da golf dalle sue guardie del corpo, si sceglie senz’altro di tacere sulla questione e applicare un silenzio stampa. Tant’è che la notizia non rimbalza da nessuna parte e nessuno dei media la trasmette. Nonostante ciò, resta parecchio turbato dall’accaduto, seppure i suoi collaboratori sperino che una volta abituato alle comodità di palazzo Chigi lascerà perdere. Si sbagliano, ma lo capiranno solo a distanza di qualche mese.

In realtà abituarsi a Palazzo Chigi non è così difficile, le sale più importanti si trovano nel piano nobile, quando nessuno lo osserva Enry si affaccia su via del Corso e guarda piazza Colonna sperando di sfuggita di intravedere quella bella ragazza che vende i fiori, pensa arrossendo quale potrebbe essere il suo nome. Nostalgico del passato immagina di essere ai tempi della famiglia Aldobrandini, si sente come l’architetto Matteo da Castello quando gli venne commissionato di portare avanti Palazzo Chigi, un progetto che forse non sentiva alla sua altezza...

Ed è allora che tornano le sue inquietudini. Il pensiero di lasciare l’incarico senza dignità lo tormenta e sa che un oscuro presagio l’aspetta, oscuro e allo stesso tempo benefico: nel suo inconscio collega tali pensieri allo strano accaduto dei giorni scorsi, cercando di ricordare cos’è che Napolitano gli disse quella sera.

Nei suoi incubi, Enry incontra una persona dal volto sconosciuto che gli rivela una strana profezia:

"Il governo è destinato a morire nel modo più veloce e indolore possibile. Il governo è una cometa che verrà colpita da un asteroide in pieno volo, deviando il suo percorso, deragliando verso lo spazio siderale in cui c’è ampio margine di imprevedibilità..."

Non riesce a decifrare tale incubo. Non riesce a darsi pace. Ma per il bene del Paese lo nasconde.

Palazzo Chigi, sala dei mappamondi,
Enry entra ridendo assieme a Franceschini, che con fare guardingo addocchia Josefa Idem mimando quella che sembra una performance in canoa con un pathos abbastanza inquietante. I ministri sono in un momento ricreativo, sulle finestre c’è un gruppetto che parla di start-up.

Qualcuno sostiene che le start-up siano come dei puffi, asessuate, e che vivano in un ecosistema chiuso, fatto di codici propri dove Internet ha vinto il premio Nobel per la pace e l’inferno è rappresentato dal DeepWeb. Un altro invece interviene dicendo che stanno sbagliando tutto, che in realtà le start-up sono una truffa perché poco tempo fa ha ordinato il suo iPad su Groupon e non gli è arrivato.

Ma all’improvviso il silenzio si impossessa della sala quando entra Rosy Bindi, o, come la chiamano nei piani alti del potere, “Nonna Morte”, per via della sua veneranda età (in segno di rispetto, sia chiaro) e per via di quell’insolito passeggiare da un posto all’altro del Palazzo facendo avanti e indietro tra la sala dei mappamondi e la poltrona. Inoltre tutti convengono sul fatto che “Rosy Bindi” potrebbe essere tranquillamente il nome d’arte di una attrice porno e nessuno vuole farsi strani pensieri (sempre per via del rispetto che le portano).

Nonna Morte ha la capacità di viaggiare nel tempo, la sua solitudine parla chiaro. Ne è la prova il fatto che possiede schemi di pensiero del passato, ma non è nel pdl perché le sue teorie sono ancora all’avanguardia e vengono abbracciate da tutti i capi di partito democristiani, Nonna Morte sa il segreto del viaggio nel tempo: conservare lo status quo. «Se niente cambia tu resti in eterno», sussurrò mesi fa all’orecchio di Enry, che senza capire il significato delle sue parole la guardò stranito e si allontanò alla svelta.

Ma in quel momento, proprio nell’istante in cui Nonna Morte attraversa l’ingresso Enry capisce quelle parole e ha un’epifania: non fare niente. Se il governo di larghe intese è inevitabilmente destinato a finire, se il governo è minacciato da qualcosa di oscuro che lui non può capire e percepisce come un pericolo, il meglio da fare è non fare niente. Restare immobili ci darà la salvezza e la dignità. Solo ora capisce il paradosso intrinseco e il segreto del pd. Solo ora intuisce che il silenzio è il più potente modo di comunicare e che «se niente cambia tu resti in eterno».

Tuttavia, ciò che succederà nei mesi a venire è qualcosa di prevedibile.

Col passare del tempo Enry promette di continuare a tenere il governo compatto, ma la morsa del ministro Alfano non gli da tregua. Nella sua campagna elettorale permanente il pdl approfitta della situazione per apparire come l’unico partito a cui importa qualcosa dei cittadini e così prima lancia un ultimatum su iva e imu, poi mette all’angolo il governo affermando che non va toccato il sistema giudiziario e infine minaccia Enry di non dargli la fiducia in parlamento. Il governo entra in fase di stallo. I primi giorni di luglio accade l’indicibile: Scilipoti torna in scena a Canale 5 e durante una puntata di Verissimo legge in diretta un comunicato stampa di Berlusconi: Il governo Letta non ha più la nostra fiducia.

Enry molto contrariato corre con le lacrime agli occhi a chiudersi nel suo ufficio senza parlare con nessuno, accendendo la musica a tutto volume.

Ma nel mentre chiude gli occhi per ascoltare in modo spensierato la musica a tutto volume si compiono esattamente 50 giorni, 6 ore, 42 minuti e 16 secondi dopo il suo risveglio nel campo da golf: a Enry sovvengono tutti i ricordi del suo colloquio col Coniglio Nero in veste di presidente, insieme, come un torrente in piena:

Larghe intese, unico modo per raggiungere consenso. Consenso tra le parti interessate. Larghe intese. Accetta Berlusconi. Accetta Gasparri. Larghe intese. Il pd, Veltroni, «Esiste persona più idiota di Veltroni?», chiede Napolitano. Idiota nel senso greco, da idiótes: incompetente in materie politiche. No, Veltroni è un genio del male, Walter ha un piano geniale che nessuno può vedere. Walter è stato furbo. Una volta Jim Morrison disse: «Mi vedo come una cometa fiammeggiante, come una stella cadente». Ci siamo! Dignità. Devi avere una uscita spettacolare per essere ricordato, come Jim Morrison, devi uscirne in modo fugace, come vittima, come sacrificio per il Paese o farai la fine di Bersani. Oggetto caduto dal cielo: furia celeste. Morte.

Quella sera, fuori dall’abbazia, Napolitano travestito da coniglio fu il suo oracolo. Gli disse che qualunque cosa avrebbe fatto niente sarebbe stato utile, e che doveva rassegnarsi a una fine abbastanza penosa, ma, sebbene non potesse prendere nessun rischio, poteva cercare di evitare il pericolo, traslocare in Africa, scrivere un libro, seguire le orme delineate da Walter Veltroni. Tuttavia, Enry, ossessionato per capire cosa doveva fare per evitare tale destino, scelse la strada più sconveniente possibile, proprio quella che lo portò al suo fatidico destino. Un curioso paradosso. Solo ora, arrivato il momento inevitabile, Enry accetta la sua fine. La chera. E non può fare a meno di farsi una sana risata ascoltando le band che sentiva ai tempi della militanza nella Dc.

***

Palazzo Chigi,
Ci trovavamo tutti sul portone principale, alcuni erano sul cortile presso la fontana di travertino, Gasparri osservava lo stemma dell’antica famiglia nobiliare a bocca aperta, Enry era nel suo ufficio ad ascoltare in loop e a tutto volume Gli aironi neri e Ti lascio una parola (Goodbye) dei Nomadi, quella musica del diavolo era talmente alta che molto probabilmente non sentì il rumore proveniente da fuori.

La voragine comparsa in cielo ci fece ammutolire, la paura ci paralizzo per un istante e altrettanto velocemente ci fece correre. Salimmo tutti insieme alle sale del primo piano attraversando in fretta lo scalone d’onore, arrivati alla porta del suo ufficio si sentì una scossa.

Dopo il boato assordante, con le orecchie che fischiavano, sentivamo ancora quella musica.

Dove fino a un istante prima si trovava Enrico Letta, capo del governo di larghe intese, si apriva una spaventosa voragine. Dall’enorme cratere si levavano nubi di fumo nero.



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