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La retorica ipocrita dei sinceri democratici

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Ieri lo scrittore Erri de Luca è stato assolto da un processo assurdo: per aver dichiarato che il TAV andrebbe sabotato la procura torinese l'aveva accusato di "istigazione a delinquere".

Su Erri de Luca ho letto molte critiche che non c'entrano con il processo in questione. Erri de Luca non piace a tutti e non piace neppure a sinistra, viene criticato per il suo passato e per dichiarazioni recenti, ma sono tutte critiche che non entrano nel merito della questione, qui e ora.

Dopo la sua assoluzione è partito il teatrino triste dei Pro-TAV e dei sinceri democratici a cui non è andata giù la sentenza. Prendiamo ad esempio il post di un personaggio a quanto pare influente nell'ambiente PD, Suzukimaruti, nome d'arte di Enrico Sola.

Voi direte "chi cazzo è suzukimaruti?" Io vi rispondo "state zitti che volete Zoro come sindaco di Roma, stacce".

Chi sia sto tipo non mi interessa, mi interessa ciò che ha scritto perché incarna tutto lo spirito Sì-TAV, ipocrita e fondamentalmente di destra che la faccenda di Erri de Luca ha fatto uscire allo scoperto.

D'altronde, tanto per rinfrescarvi la memoria, parliamo delle stesse persone che un anno fa hanno offerto solidarietà a Salvini dopo che lui aveva travolto dei manifestanti con la macchina. Hanno empatizzato con un razzista per un vetro rotto. Hanno condannato i centri sociali perché sono stati violenti (scordandosi dell'azione di Salvini). Anche Suzukimaruti era tra di loro.


Non trovate estremamente curioso come all'occorrenza Salvini possa diventare un avversario politico mentre Erri de Luca un violento? Ah, il pensiero dei sinceri democratici.

Pura retorica.

Ed è una retorica che mi incuriosisce perché andando a scavare nel profondo trovo tanto disagio, disagio per partito preso. Trovo incoerenze e fallacie retoriche che si spiegano solo se guardiamo l'aspetto psicologico.

La loro è una posizione presa in partenza, ed è ipocrita dire il contrario. Quindi per mantenere la posizione parte la ricerca di una coerenza che non faccia loro perdere la bussola, è allora che si aprono spazi a ragionamenti che procedono per categorie inflessibili, la più ricorrente è questa: hanno il bisogno viscerale di distinguere ciò che è legittimo da ciò che non lo è. Perché nella loro equazione mentale legittimo è sinonimo di giusto, "senza se e senza ma".

Condannare ciò che non è legittimo all'occorrenza, attenuare "il legittimo" con il mantra di quella frase falsamente attribuita a Voltaire "non sono d'accordo con te, ma darei la vita per blablabla".

Fateci caso, la loro retorica è tutta qui.

I Fascisti? Mi fanno schifo, ma è legittimo che abbiano idee diverse dalle mie. Gli antifascisti? Sono antidemocratici e violenti, anzi! È colpa loro se i fascisti hanno attenzione mediatica .


Ragionamenti del genere sono gli stessi che finiscono per dire che i partigiani erano violenti. Ma te pensa, dovevano combattere i fascisti, sai com'è.

Potrei andare avanti all'infinito, la retorica irrisoria di sinceri democratici che prendono una posizione a monte (in questo caso sono pro-tav) e in base a questa attenuano le cose legittime, attaccano qualunque cosa sia illegittima, ma che porti acqua al loro mulino.

La coerenza in realtà non c'è.

Nel post scritto ieri da Suzukimaruti vediamo l'apoteosi di questo ragionamento "democratico". Una persona che è convinta di essere di sinistra, ma appoggia il TAV e ha idee di destra riguardo lo stesso concetto di democrazia. Tant'è che per screditare una persona appena assolta tira fuori un suo dossier preparato per l'occasione.

Qui trovate la parte più insidiosa, (I neretti sono miei):
Può darsi che la deriva retorica notav abbia fatto perdere lucidità a molti, per cui ad alcuni sembra perfettamente normale e accettabile che una persona dica che se qualcosa non è gradito – anche se espressione della volontà democratica della maggioranza dei cittadini – è legittimo praticare atti violenti per impedire che avvenga. Sbagliano di grosso, perché è un pensiero antidemocratico (la democrazia prevede che le maggioranze democraticamente elette decidono e gli altri si adeguano), ma faccio una proposta di “igiene” per questo post: non parliamo di TAV, così magari qualcuno la prende con più calma.1

Caro Enrico  (ti chiamo per nome perché il tuo nick fa più cagare del mio), questa non è la definizione di democrazia, questa è la definizione di dittatura della maggioranza, a livello retorico non potevi fare errore peggiore se ciò che volevi era accusare di antidemocratico il tuo interlocutore.

Davvero Enrico, non so chi consigliarti, ho l'imbarazzo della scelta: Mill? Rousseau? Tocqueville?

Guarda, ti consiglierei un nazista, ma non voglio cadere in una reduction ad hitlerorum — prevedo già le tue critiche vedi; metto le mani avanti —, quindi ti consiglio di ripensare a tutto il tuo concetto di democrazia perché ciò che hai scritto ieri di sicuro non è di sinistra, per quanto tu te la possa raccontare da solo.

Tu continui il tuo post blaterando cose sulla democrazia, sull'etica e facendo un dossier su De Luca perché ti dà fastidio l'hashtag #iostoconerri. Ma a parte cascare nella fallacia ad personam eviti di guardarti allo specchio. Hai la stessa posizione e atteggiamento di Giuliano Ferrara.



Un esempio del contrario della democrazia? Ne ho due, e riguardano la TAV e l'azione della — legittima! — magistratura italiana:

  • Nella requisitoria del processo a De Luca il PM ha affermato che in casa dei ragazzi fermati per aver sabotato il TAV non hanno trovato libri di Erri de Luca, altrimenti il PM avrebbe processato de Luca per concorso e non soltanto per istigazione a delinquere. A-S-S-U-R-D-O.

Fonte: repubblica

  • Ancora più inquietante del caso De Luca è la faccenda che riguarda Davide Falcioni, un giornalista che nel 2012 si trovava in Val di Susa per fare un reportage. Avendo assistito come reporter agli eventi Davide si è offerto in qualità di testimone per il processo a 7 ragazzi accusati di violazione di domicilio e altri reati in un cantiere TAV. Sedetevi prima di leggere queste righe:
«Venerdì 28 novembre Davide era in aula, a Torino, come testimone, ma è riuscito a pronunciare solo poche parole. Alla frase “c’era un clima sereno”, il PM Manuela Pedrotta ha interrotto l’esame del teste informandolo che, dato il contenuto della sua deposizione, sarebbe stato indagato per gli stessi reati di cui sono accusati gli imputati. Con la mutazione da testimone a indagato, la testimonianza di Davide Falcioni diventa, di fatto, nulla.

La strategia del Pubblico Ministero è evidente: invalidando l’unica testimonianza a favore della difesa – una testimonianza che, tra le altre cose, smentisce la versione dell’“occupazione violenta” riportata dai giornali – la pubblica accusa “inchioda” tutti gli imputati.»

Questi sono esempi veri e propri di antidemocrazia, esempi in cui i diritti, come quello di cronaca, vengono dimenticati per una battaglia politica e chiaramente schierata in partenza.

Ah già, tutto legittimo, per carità, non sia mai.

La procura torinese sta facendo una vera e propria caccia a chiunque osi opporsi al TAV. Il punto è proprio questo. La faccenda di Erri De Luca non è altro che l'ennesimo tentativo ridicolo della procura per combattere chiunque osi persino parlarne contro. Figuriamoci le persone che hanno cercato di sabotarle attivamente, per loro la procura ha mosso l'accusa di "terrorismo", nientemeno, per un compressore bruciato. Ciò dovrebbe darci la misura del livello paranoico e repressore a cui siamo arrivati. Chiunque cerchi di dire che non si tratta del TAV mente, è ipocrita e complice della stessa paranoia.


1. Suzukimaruti accenna al TAV e alla sua posizione per poi dire "ma non voglio parlare del TAV". I saw what you did there.


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