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Quando Jacopo Iacoboni era pro M5S

Leggiamo insieme questi 3 tweet recenti di Jacopo Iacoboni:

Che dire, sono completamente d'accordo con queste frasi.

Di fatti, per quanto mi riguarda, criticavo il M5S dal 2011 e non ero il solo ad avvertire che Grillo puntasse alla pancia della gente veicolando narrazioni fascistoidi: nel 2012 i Wu Ming avevano già scritto una disamina ancora valida sui frame politici di Casaleggio; verso la fine del 2013 esistevano tanti saggi politici sul "movimento" di Grillo che non lasciavano dubbi al riguardo – primi fra tutti i libri di Giuliano Santoro e Alessandro Dal Lago, li ritengo i migliori, avendo letto quasi tutti i saggi in circolazione (sul M5S ho scritto la mia tesi laurea in Mass Media e Politica).

Perché faccio questa carrellata fatti?

Perché ricordo molto bene il periodo 2010 ~ 2014, ricordo ancora gli insulti e le litigate per aver osato criticare il M5S, e ricordo soprattutto il comportamento dei media mainstream, decisivo per aumentare il consenso della creatura di Grillo e Casaleggio.

La Stampa non faceva eccezione, e nel 2013 c'era un giovane chiamato Jacopo Iacoboni che sembrava proprio entusiasta nei confronti di questa "novità" politica.

Ad esempio, elogiava Di Battista:

Non solo ha lasciato perdere le evidenze ma, dato che faceva il giornalista, ha commesso anche lui l'errore più comune dei media nel 2013: inseguire Grillo in modo ossessivo.

Ora, a Jacopo è andata benissimo, evidentemente ha inseguito Grillo così bene da farsi rilasciare interviste esclusive potendo conversare "a tu per tu" con lo stesso capo del movimento.

Leggiamo insieme qual è questa la parola chiave rivelata a Jacopo:

[...] ecco, la chiave di tutto la dà lui conversando cinque minuti, a tu per tu, sulla scaletta del camper: «Mi chiedi se sono emozionato, se sento il peso? Questa è, penso, la più grande manifestazione torinese recente, anche più grande del secondo V-day in San Carlo, ma le piazze sono piene dappertutto, in questo nostro viaggio, no, non è quello che mi colpisce. Mi colpisce - confida Beppe Grillo, e qui quasi sospira, non sta scherzando - il sentimento. Non c’è solo una protesta o un ragionamento, una scommessa perso per perso o la voglia di cambiare, in questa gente; c’è un sentimento».

Avete letto bene, la vicinanza con Grillo era tale da poter percepire i suoi sospiri e capire quando scherzasse e quando no. Ah, che belli i tempi in cui le domande scomode di Iacoboni a Grillo erano "Ti senti agitato?".

Più che critiche o analisi, i suoi tweet evidenziavano un entusiasmo di parte:

Elogi persino a Verona con un freddo boia:

E - Jacopo non ti perdonerò mai l'avermi fatto dare ragione a Riotta - pure "l'opposto del giornalismo" gli ha fatto notare il suo chiaro bias cognitivo:

Ma Jacopo rimane saldo sulle proprie convinzioni e dopo le elezioni 2013 ottiene un'intervista esclusiva con Grillo:

L'intervista in questione ha un incipit notevole - un pippone per dirci che Grillo "ci ha abituato a ciò che all'apparenza sembra impensabile" e che nonostante lo vediate urlare e sbraitare, lui, in privato, "appare molto meno istrionico":

Sono le undici di mattina e Beppe Grillo è al bancone dell’Hotel dei Cavalieri di Barletta, la città della disfida. Da Ettore Fieramosca al film con Cristopher Lambert il passo è abbastanza lungo, ma lui ci ha abituato a ciò che all’apparenza sembra impensabile. Grillo ordina un caffè macchiato con un po’ di latte (la sera precedente ha cenato con un’insalata di cicoria). Per la prima volta da tanto tempo conversa con un quotidiano italiano, senza essere inseguito, risponde alle domande, alle critiche che gli fanno, illustra la sua tesi su ciò che succederà, fa ovviamente moltissime battute varie. Ma in privato appare molto meno istrionico, più propenso a una citazione che a una battuta.
Da notare anche le domande scomode e di un acume eccelso come "I vostri parlamentari cresceranno?" o "la accusano di comandare [...] il Movimento potrebbe esistere, esisterà senza di lei?".

E intanto, persino fino al 2014, se gli facevi notare che era anche pieno di incapaci lui diceva che i media stavano ignorando quelli bravi:

E poi che è successo?

 

Com'è possibile che un'infatuazione politica così palese si sia tramutata in 2 libri (e un terzo in arrivo) con argomenti diametralmente opposti? Iacoboni oggi non solo se la canta e se la suona dicendo che lui ha combattuto "questo schifo" in "molto anticipo su tutti", ma non risparmia frecciatine ai suoi colleghi puntando il dito contro i media che hanno addirittura aumentato il consenso del M5S (Hello McFly! Qualcuno in casa McFly?).

Cosa sia successo di preciso non lo so, però analizzando la sua timeline c'è un punto di rottura molto netto a metà del 2014, una discussione con Di Maio in cui quest'ultimo rende pubblico il numero telefonico di Iacoboni.

Il post linkato da Iacoboni su La Stampa è irragiungibile, si è salvato solo un estratto su questo blog. Ad ogni modo possiamo dire che da quel momento in poi Jacopo ha smesso di elogiare così tanto il M5S (in anticipo su tutti eh!!).

E ora?

Ora non so, intanto, ecco una serie di tweet random in difesa del movimento e critiche ai suoi avversari:

La morale di questa storia

C'è una morale? insomma, spero vi siate divertiti.

Per carità, cambiare idea nella vita va benissimo, è naturale e persino auspicabile. Però nel caso impariamo da Iacoboni ed evitiamo di vantarcene ai 4 venti di quanto siamo stati lungimiranti, accusando gli altri di fare quello che abbiamo fatto noi.

Anche perché Twitter esiste da un po' di tempo e cancellare l'intera cronologia di uno o due anni è un lavoro molto arduo.

(oh, nel caso i tweet venissero cancellati fatemelo sapere che ho screenshottato tutto e pure salvato le pagine in html, che non si sa mai 👀 ).

Ah, lungimiranza, la parola chiave è: lungimiranza.



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