Questa è la storia di un piccolo cane di nome David. David è un pastore tedesco che non si rassegna al suo destino. Adora le pecore, ma non vuole pascolare: lui vorrebbe solo starle a guardare.
« Padre, voglio essere un watchdog! »
« Ay hijo mio ¡Tu tienes sangre de pastor alemán!»
« ¡Pero papá! »
La determinazione fa cedere i suoi, che per venirgli incontro inventano uno spazio e un ruolo cucito ad hoc: il sheep-checker.
Finalmente David dovrà solo fissare le pecore e controllare che siano tutte a posto. Se passa una pecora nera la ferma, l'annusa e abbaia «ho trovato una pecora nera, vedete? Ho controllato i suoi ricci, uno per uno, e risultano di colore nero. Ora sapete.».
Non ci volle molto però perché qualcuno sollevasse una domanda che tra i cani della fattoria si faceva sempre più scomoda:
«scusate, ma le pecore nere in un mucchio bianco si sgamano da sole, c'è davvero bisogno di un sheep-checker?»
Da Watchdog a Police Dog
Ora, su David Puente possiamo dire e diremo tante cose, ma teniamo a mente che lui è solo un esempio, un esponente dei «neo-debunker» italiani nati in rete. Ciò che rende Puente l'esempio perfetto è la sua parabola, perché è il debunker che ce l'ha fatta – è passato dal blog a lavorare nella redazione di Open e in tv.
E questa parabola ci aiuta per individuare una differenza sostanziale: un conto è fare l'apprendista e un altro è improvvisarsi giornalista con poche conoscenze base del mestiere; nonostante la buona volontà si possono provocare danni enormi all'ecosistema mediatico.
Partiamo appunto da uno dei danni più eclatanti: l'eccessiva fiducia di Puente quando ha a che fare con la polizia.
Maggio 2019
All'indomani dei fatti di Casal Bruciato e Torre Maura, il sit-in di Casapound davanti alle case popolari assegnate alle famiglie rom, David pubblica un post in cui riporta le giustificazioni delle FDO sul perché hanno permesso ai fascisti di manifestare così a lungo:
Perché aspettare che avvenga un reato piuttosto che prevenirlo? Consapevoli che le Forze dell'Ordine non sono in possesso di Precrimine, un sistema del film fantascientifico Minority Report di Steven Spielberg capace di prevedere i delitti, non era possibile vietare ai residenti dei due quartieri di presentarsi sotto casa propria prevedendo quanto accaduto. [...]. Sono operazioni diroutine per gli agenti della Polizia [...]
Giorni dopo Open pubblica il video "appena ricevuto" di un fascista di Casapound pur essendo a conoscenza della dubbia veridicità. Il fact-checking? A quanto pare hanno deciso di farlo successivamente. Ce lo fa sapere Puente con tono un po' scocciato:
Abbiamo pubblicato il video appena ricevuto, da quello è partita la verifica su quanto ha detto. Non è difficile da capire.
— David Puente (@DavidPuente) May 8, 2019
Elezioni Europee 2019
Trovano una scheda elettorale precompilata a Termolinelle. Puente contatta le forze dell'ordine, la loro ipotesi è che sia stato un "errore umano". Dunque, caso chiuso.
Contattate le Forze dell’Ordine, Open ottiene conferma di quanto avvenuto e ha modo di chiarire l’attuale situazione. [...] Per quanto riscontrato è bene appianare ogni eventuale allarmismo e accuse di broglio verso una forza politica durante la giornata del voto.
Giugno 2019
La polizia blocca ormai qualunque dissenso verso Salvini rimuovendo striscioni di sindacati e privati. Puente intervista un funzionario delle FDO con domande poco scomode e finisce per riportare la loro versione senza un vero contraddittorio.
#Salvini, #striscioni e #fascismo. Tre parole chiave oggi associate alla @poliziadistato spiegate dalla Polizia. Ecco la mia intervista a Girolamo Lacquaniti, portavoce nazionale dell’Associazione Nazionale Funzionari di Poliziahttps://t.co/DF5P9mTAqz
— David Puente (@DavidPuente) June 12, 2019
Tanto per capire il tono dell'intervista, riporto il titolo e un paio di domande che francamente somigliano a punti di una FAQ scritta dalla polizia:
Titolo: Parla la Polizia: «Ecco perché rimuoviamo gli striscioni. Ingiusto dire che apparteniamo a Salvini»
- Vi accusano di difendere solo Salvini quando ci sono contromanifestazioni ai suoi comizi. Cosa è cambiato nella gestione della Polizia di Stato in occasione di sue manifestazioni rispetto ai precedenti ministri dell’Interno?
- Ieri la Digos è intervenuta contro un nazifascista che aveva esposto una bandiera delle SS sul balcone. Alcuni utenti sui social hanno scritto che gli agenti erano andati a congratularsi o si erano confusi pensando che le lettere SS significassero tutt’altro e in particolare insulti a Salvini. Questa situazione come la state vivendo?
Arrivati a questo punto alcuni colleghi giornalisti iniziano a considerarlo l'ufficio stampa della polizia.
+++ La polizia e il suo ufficio stampa fanno sapere che non c'è nessun problema a sequestrare cellulari, lasciare indisturbati i fascisti sotto casa di privati cittadini, bloccare striscioni dei sindacati, ecc. +++ #12giugno
— Adriano Biondi (@adrianobiondi) June 12, 2019
🚀🚀🚀🚀🚀🚀🚀🚀🚀🚀🚀🚀🚀https://t.co/LCJc2Y48Cp
Liberamente ispirato da un'idea di @ffffjd
Luglio 2019
Le FDO sequestrano un arsenale ai neofascisti. Puente approfitta di questo singolo episodio per difendere non solo il loro operato, ma soprattutto la loro reputazione «Dite ancora che la polizia è fascista e che "copre gli amici di questo o quello"?»:
Quando l'amore per la polizia ti fa cagare fuori dal vaso e i tuoi stessi follower ti devono spiegare che un episodio empirico non sancisce un bel niente. Debunkando Davidcop Puente. pic.twitter.com/3q0HZWmoqY
— Santiago (@anonimoconiglio) July 15, 2019
Ottobre 2019
Ambasciata spagnola a Roma, arrestano una donna con la bandiera catalana. Puente sostiene non sia stato un arresto. Il motivo? Gliel'ha detto la polizia. (Questo è decisamente il caso più eclatante – e in fin dei conti prevedibile –, dopotutto se ti fidi di una fonte che dovresti in realtà controllare prima o poi finisci per fare una figuraccia).
Ecco la foto del verbale che ti è stata già mandata. Sto aspettando che rettifichi davvero, confermando la notizia che ho diffuso. Trovare il mio nome associato a un fake è lesivo della mia reputazione. pic.twitter.com/D8koCBJoe0
— stefano portelli (@stafe76) October 15, 2019
L'errore era stato segnalato sin dal pomeriggio. Ma Puente non fidandosi ha risposto favorisca patente e libretto, prego.
Fornisca il documento che attesta la denuncia.
— David Puente (@DavidPuente) October 15, 2019
Le richieste di scuse non si sono fatte mancare.
@DavidPuente di @Open_gol dice di aver rettificato per aggiornamenti della polizia. No: ha rettificato perché l'abbiamo chiamato noi per spiegargli che aveva scritto una marea di bufale. Succede quando si prende per buona solo una fonte, tantopiù se è la polizia. #giornalisti pic.twitter.com/floEl4oOaM
— stefano portelli (@stafe76) October 15, 2019
E questa è stata la sua giustificazione:
Detto questo, penso che lei abbia compreso la situazione su come sono andate le cose. Aggiungo solo una cosa in merito alla sua diffidenza nei confronti della @poliziadistato: quando avrà bisogno delle autorità non chiamerà Topo Gigio e saranno loro ad aiutarla e difenderla.
— David Puente (@DavidPuente) October 15, 2019
Vale a dire: mi sono fidato di quello che mi ha detto la polizia, ma voi che diffidate, chi chiamate quando avete un problema?
La buona volontà
Sia chiaro, io non metto in dubbio la sua buona volontà, sono convinto che agisca con le migliori intenzioni. Lui, come tanti altri debunker è convinto di star facendo un lavoro sociale davvero utile, anche quando ribadisce l'ovvio.
Ma la buona volontà da sola non basta.
Anzi, anche questa è dannosa.
Il problema col ribadire l'ovvio è che si finisce per dare risalto a fake news che circolavano poco, quindi bisogna fare una selezione a monte, chiedersi se vale davvero la pena "debunkare" l'ovvio è la prima delle domande da porsi.
Circolava già tra gli utenti di lingua tedesca, ma non trova ideale sgonfiarla e arginarla sul nascere prima che diventi virale in Italia?
— David Puente (@DavidPuente) July 21, 2019
Pensare invece che una notizia falsa vada smontata prima ancora che diventi virale, come sostiene Puente qui sopra, ti permette di fare infiniti post sulle "miserie digitali di cui nessuno se n'era accorto".
[...] le notizie che giungono sui grandi media arrivando dalla rete aggiungono un elemento di debolezza aggiuntiva. Quello di creare per i media un ruolo ulteriormente tossico di emersione di notizie – diciamo così – non sempre indispensabili. Un esempio mirabile è quello di Open che si è inventato una rubrica – molto ben fatta per altro – del debunker David Puente, il cui scopo principale, a dispetto delle ottime intenzioni, sembrerebbe quello di portare alla conoscenza di un pubblico più vasto miserie digitali e cialtronerie online di cui nessuno si era accorto. Per titillare l’audience digitale si svelano e si decodificano orrori della rete che se ne stavano nascosti nelle pieghe più recondite senza dare fastidio a nessuno o quasi.
Travestite da notizie ~ Massimo Mantellini
E qui arriviamo all'aspetto più materiale, quando il business model si basa sul portare molte visite sul proprio sito la quantità diventa più importante della qualità.
Un problema strutturale
Proviamo allora ad abbozzare il problema da un punto di vista strutturale. Non è un caso che i famosi "debunking" di Puente siano diventati sempre più inutili da quando fa parte di Open.
Qualcuno si domandava come potevano usare lo stesso nome @taffoofficial su Twitter, ma c'è il trucco https://t.co/eERLPzsm9f
— Open (@Open_gol) November 27, 2019
Come ho scritto in passato, le sorti di Open si potevano prevedere sin dalla presentazione del progetto (non la gestazione, ma la presentazione). Basta una considerazione materiale che vale per qualunque giornale online: qual è il suo business model?
Finché un prodotto mediatico avrà bisogno di pubblicità finirà irrimediabilmente per fare clickbaiting, notizie scandenti o qualsiasi sacrificio mirato a portare traffico sul proprio sito. Quindi, o hai un business model nuovo e/o rivoluzionario oppure sei la solita roba. E infatti Open è finito per diventare ciò che voleva combattere, irrimediabilmente.
Ci sarebbero tante parentesi da aprire, una riguarda il comportamento egotistico di Mentana, un editore che nonostante le regole sul conflitto di interessi interviene direttamente in redazione scrivendo editoriali. Per i non addetti ai lavori: un editore non può e non deve intervenire nelle attività redazionali, la divisione tra editore e direttore responsabile della testata esiste proprio per evitare che chi finanzia il giornale possa indirizzare e influenzare l'autonomia del giornale stesso. Cosa che su Open non esiste, anzi, sin dall'inizio Enrico ha iniziato a scrivere editoriali, deduco per portare click e visite alla sua creatura.
Puente stesso è un tassello di questa creatura. Sin da quando Enrico lo apostrofò indirettamente "il Cristiano Ronaldo del giornalismo":
“solo under 33 e over 33 solo se sono dei Cristiano Ronaldo”
~ Enrico Mentana sulle assunzioni - [18 Luglio 2018]
Una posizione scomoda per chiunque si definisca praticante giornalista. E si intravede nell'atteggiamento paternalista che scatta quando qualcuno critica Open e tocca "i miei ragazzi".
Questa volta a sbagliare non è stato un senior, ma un nostro giovane che non merita in alcun modo la vostra gogna mediatica. Se volete prendetevela pure con me, ma non toccatemi i miei ragazzi che devono imparare a cadere e rialzarsi senza le vostre cinghiate social.
— David Puente (@DavidPuente) May 31, 2019
È sorprendente, in fin dei conti, come Enrico sia riuscito a traviare un aspirante giornalista con le migliori intenzioni in una persona che spesso nelle sue interazioni "blasta", azzanna, blocca e chiede ai suoi followers di bloccare. Da watchdog a police dog, probabilmente senza neanche accorgersene. Mi auguro che prima o poi quei ragazzi di Open, Puente compreso, possano uscirne indenni dalla gestione Mentana.